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A Magenta un nuovo progetto sulla prossimità familiare. 25 e 28 novembre

ti aiuto ad aiutare Al via un nuovo interessante progetto sulla prossimità familiare: Ti aiuto ad aiutare (vedi allegato)
Capofila la Cooperativa Comin, con il sostegno anche di Famiglie per l’Accoglienza.

I prossimi appuntamenti:

  • 25 novembre
    L’ascolto e la relazione empatica nella relazione d’aiuto. Formatore: Vittorio Formenti, docente Ciessevi
    Ore 20.45
    Sala del pozzo, Casa Giacobbe
    Via IV Giugno 80 – Magenta
  • 28 novembre
    La relazione d’aiuto a favore di minori e delle loro famiglie in difficoltà. Formatore: Maria Garbini, psicologa e psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza
    Ore 20.45
    Sala del pozzo, Casa Giacobbe
    Via IV Giugno 80 – Magenta

Questo progetto dice come anche a Magenta il dialogo tra Famiglie per l’Accoglienza e le altre realtà che si occupano di affido famigliare prosegua sempre in modo collaborativo e fattivo.

A Magenta, negli anni, l’Associazione ha realizzato tanto: corsi di formazione sull’affido, incontri pubblici, la visione comune dei film proposti anche a livello nazionale, momenti di convivenza tra famiglie affidatarie e non, gruppetti di sostegno. In parallelo è crescita anche la collaborazione con i Servizi Sociali, soprattutto nella ricerca di famiglie affidatarie e per la sensibilizzazione sull’affido. Famiglie per l’Accoglienza è stata invitata, fin dalle prime fasi del progetto, ad un ‘tavolo per la definizione delle linee guida sull’affido’ del Servizio Affidi che stava
nascendo. Queste linee guida sono state poi approvate e sono diventate strumento concreto di indirizzo.

Da un paio d’anni questo ‘tavolo’ è stato riconvocato con un mandato nuovo: condividere ed esplicitare il metodo di attuazione degli affidi sul nostro territorio, valorizzando tutti i soggetti coinvolti.

Vittoria racconta: “In questo lavoro sono emersi in maniera ineludibile i temi decisivi del “chi fa cosa” e della stima che ciascun soggetto è fattivamente disposto a concedere agli altri. L’aspetto che più mi preme sottolineare è l’inizio di un nuovo modo di rapportarsi ed agire insieme, sempre più fondato sulla messa a fuoco dell’esperienza, cioè della realtà. Ci siamo ad esempio ritrovati a condividere giudizi e operatività in momenti di lavoro dedicati tra tutti i soggetti del privato sociale presenti al tavolo, sperimentando spesso una consentaneità sorprendente e appassionante tra le esperienze che ciascuno di noi portava come ricchezza. Tale possibilità di aggregazione operosa è una novità che vale la pena raccontare. E il progetto di Comin, che pure ci vede solo partner a sostegno, è espressione iniziale di tutto questo”.