News

Ospitare un ragazzo ucraino a casa nostra. Un’estate indimenticabile

Sabrina racconta come l’arrivo di Dima, ragazzo ucraino, a casa sua sia stato un grande regalo per la sua famiglia. 

A fine giugno ho ricevuto un’inaspettata telefonata nella quale ci è stato chiesto se volevamo ospitare un ragazzo ucraino di 14 anni per il mese di agosto. Come famiglia per noi era la prima esperienza di accoglienza: abbiamo 4 figli e una casa piuttosto piccola e, per quanto affascinati dalla bellezza dell’esperienza che vediamo in altri nostri amici, ci sembrava di non avere le condizioni necessarie per ospitare. Inoltre mio marito in quel periodo temeva di perdere il lavoro e aveva paura che lo stress che derivava da questa situazione gli avrebbe reso difficile dedicarsi con serenità alla famiglia.

Davanti a questa inaspettata richiesta però non potevamo dimenticare la gratitudine per quanto abbiamo ricevuto in questi anni e pensare a come la provvidenza ci ha sempre assistito anche nei momenti più difficili. Quando ha saputo cosa ci era stato chiesto mio marito ha detto: “È come se un amico fedele ci stesse chiedendo un favore. So che anche se gli dicessimo di no non toglierebbe la Sua amicizia, però vogliamo veramente questo?”.

Senza sapere dove ci avrebbe portato e nemmeno se saremmo stati all’altezza, abbiamo deciso di fidarci e il 27 luglio è arrivato Dima, un ragazzone timido e gentile che non parlava una parola di italiano.

Le difficoltà non sono mancate (la fatica di dormire tutto il mese in sala sul divano, le difficoltà con la lingua, l’affronto di tanti piccoli problemi e incidenti) ma certamente è molto più quello che abbiamo ricevuto in cambio: il cambiamento dei nostri figli che, dapprima sospettosi, ci hanno poi dimostrato una capacità di accoglienza che ci ha sorpresi, l’amicizia e la condivisione con tanti nuovi amici con i quali abbiamo vissuto una inaspettata familiarità e soprattutto l’accadere di un’amicizia e di un affetto sincero per questo ragazzo a cui adesso vogliamo bene come a uno di famiglia.

Niente di quest’estate è stato come ci aspettavamo e ogni giornata è stata una sorpresa che ha scombinato le nostre abitudini e i nostri piani. Contrariamente a quanto mi accade di solito in questi casi ci siamo ritrovati addosso una baldanzosa allegria, che nasce dal riconoscimento che il progetto più conveniente e realistico sulle nostre vite non è il nostro, ma il progetto di un Altro. Ecco perché come ha detto il mio figlio più grande: è stata una estate davvero indimenticabile!

Sabrina