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La semplicità dell’accoglienza, pezzettino di bene che il mio cuore desidera

Lo scorso 8 dicembre è stato l’11° anniversario dell’inaugurazione della Casa Marta e Maria, per l’accoglienza dei parenti di ammalati. Qui la testimonianza di Patrizia.

L’esperienza di far compagnia ai parenti di ammalati ospiti di Casa Marta e Maria è un’occasione di arricchimento nella mia quotidianità di moglie-mamma-“tassista” per i figli. Le prime volte che mi sono impegnata ad accogliere gli ospiti mi chiedevo: ‘Cosa posso portare io a coloro che sono qui per problemi di salute, a volte anche molto gravi?’. La semplicità dell’accoglienza, quel pezzettino di bene che il mio cuore desidera, è diventata ospitalità a pranzo. Aprire la mia casa a persone sconosciute era per me impensabile, anche perché sono cresciuta in una famiglia molto chiusa.

L’inverno scorso, con una coppia che arrivava a Zagonara (La Casa di Accoglienza ‘Marta e Maria’ si trova in  Via Canal Superiore, 28 – Zagonara di Lugo, provincia di Ravenna) all’ora di pranzo e dopo un brevissimo confronto con mio marito, c’è stato un invito alla nostra tavola. Oppure per un’altra coppia dalla Puglia che cercava un luogo per la cena. Trovandoli in difficoltà e spaesati, non ho esitato a replicare questa apertura di casa.

In occasioni era a me chiaro come stesse operando il Signore, che stimolava la mia libertà, il mio bisogno di bene, il mio desiderio di trasmetterlo. Questa consapevolezza ha sostenuto le fatiche fisiche e organizzative. La libertà respirata positivamente ha coinvolto la mia famiglia: i figli più grandi si sono intrattenuti a parlare con gli ospiti mentre i piccoli hanno chiesto di ripetere questa esperienza. Piccoli gesti che noi volontarie facciamo con il cuore aperto e che talvolta colpiscono nel profondo anche gli ospiti della casa.

casa-marta-maria-8dicembre2016 Voglio condividere qualche messaggio lasciato dalle persone accolte. Qui emerge un bene ricevuto ed il desiderio di ricambiarlo.

  • ‘Ora che le persone incontrate la prima volta non ci sono più, ci sono io a provvedere per gli altri ospiti, questa volta sono io a coccolarli a fargli trovare un pasto caldo, una tavola imbandita e quel calore d’amore. E’ stato fatto a me durante un periodo triste ed ora il dono va ricambiato!’.
  • ‘E’ bellissimo ricevere questa accoglienza in momenti di tristezza, paura e dolore. Con la vostra misericordia state davvero vicino ai viandanti che dimorano nella casa. Siete una goccia di cristallo in una realtà apparentemente senza speranza’.

Dopo tanti anni ci accorgiamo di essere semplici strumenti nelle mani del Signore ed, anche attraverso il poco che facciamo, vediamo che alcuni ospiti che arrivano con un fardello di fatiche si sentono accolti ed abbracciati.

Patrizia