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La rete tra famiglie e la rete sociale

Sabato 2 dicembre a Fossombrone si è svolto l’ultimo incontro del  corso di orientamento e formazione all’affido familiare “Aprirsi all’accoglienza familiare: un’esperienza di bene per tutti”. Tema della serata “La rete tra famiglie e la rete sociale”.

Sono intervenuti la dott.ssa Valeria Beltutti Assistente sociale del Consultorio Area Vasta 1 Fano a Fossombrone, e tre amici delle associazioni Famiglie per l’accoglienza – Antonino e Rita –  e  la Comunità Papa Giovanni XXIII di RiminiRosaria – che da anni vivono una esperienza di rete tra famiglie e con i servizi sociali locali, occupandosi della sensibilizzazione all’affido, seguendo le famiglie nell’abbinamento e durante tutta l’esperienza di accoglienza. È  stato anche proiettato un filmato dal titolo “L’affidamento familiare” dell’ass. Papa Giovanni XXIII.
Valeria Beltutti,  informando che gli ambiti territoriali sociali 6 Fano e 7 Fossombrone stanno elaborando un nuovo protocollo comune per la gestione degli affidi, ha approfondito come si svolge, da parte dei Servizi Sociali, il progetto dell’affido con tutte le sue fasi. Ha inoltre sottolineato che “l’educazione e il pieno sviluppo di un bambino è un bene per tutti”, ed ha affermato “l’importanza di una collaborazione, in un rapporto chiaro di sussidiarietà,  tra servizi e reti familiari per la sensibilizzazione e la cura delle famiglie affidatarie”.

Rosaria ha sottolineato: “E’ importante essere accompagnati nell’affido, sia nella formazione, sia nella fase di abbinamento per essere aiutati ad una giusta lettura del progetto proposto, sia durante l’accoglienza”.

Un’avventura, quella dell’affido, che non può essere ridotta a “fantasia romantica”, a generosità, ad una emergenza. Occorre  un progetto preciso e sapere che non si è soli. “Una rete di famiglie – la nostra associazione – nata non da un progetto a tavolino, ma dal bisogno di famiglie amiche nell’aiutarsi all’accoglienza”, ha affermato Antonino, “per far riaccadere la scoperta del bene che ogni famiglia è e che porta in sè. Vicinanza non solo per una urgenza specifica ma per andare a fondo delle ragioni dell’accoglienza. Un’educazione continua per imparare a guardare la realtà e a mutare il proprio sguardo rispetto al figlio accolto ma anche rispetto ai propri figli naturali e a tutto quello che succede”.

E infine Rita, che negli anni ha aperto la sua casa a tanti amici e oggi accoglie adulti, grata per l’aiuto che ha ricevuto nel guardare i propri figli e il proprio marito, ha concluso dicendo: “Ora accompagno le giovani famiglie che accolgono perché aiutano anche me!”.