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Taranto, un luogo per accogliere i ragazzi in difficoltà

A Famiglie per l’Accoglienza a Taranto aderisce anche l’esperienza degli “Amici di Marcellino”, un gruppo nato per rispondere al bisogno di ragazzi e adolescenti. La fondatrice Marivita Pardo spiega di che si tratta e come è nata.

L’associazione “Amici di Marcellino” nasce nel 1998 non per un progetto fatto a tavolino, ma per rispondere ad un bisogno che avevo evidenziato nel mio lavoro. Insegno matematica alle scuole medie e quell’anno avevo un’alunna con grosse difficoltà di inserimento e di apprendimento. Apparteneva ad una famiglia numerosa con gravi disagio socio economico. Riflettendo sul fatto che tutti i ragazzi con situazioni simili mostravano problemi analoghi, ho pensato di proporre ad alcuni miei amici , molti dei quali non erano insegnanti, di creare un luogo che potesse rappresentare per questi ragazzi e per le loro famiglie un punto stabile di riferimento: una casa. È nata così l’associazione “Amici di Marcellino” che ha iniziato a seguire i ragazzi, prevalentemente del quartiere tarantino Salinella; oggi sono circa una ventina.

Le nostre sedi sono stati degli appartamenti e da 4 anni ci troviamo in alcuni locali che fanno parte della parrocchia di S. Rita. Il tipo di aiuto che offriamo è prevalentemente quello di sostenerli ed accompagnarli nello studio, che è il bisogno più evidente, anche se non l’unico. Stiamo con loro tutti i pomeriggi, studiamo, giochiamo, facciamo merenda. Non mancano le gite e le feste per le varie ricorrenze. Certamente non è un’organizzazione rigida, così come è nata per rispondere ad un bisogno che si era manifestato, si evolve e cresce secondo la stessa modalità. Per questo motivo alcuni di noi hanno ospitato a casa fin dall’uscita della scuola, ogni pomeriggio un nostro ragazzo, una rete di famiglie ha accompagnato a scuola il fratello, io e mio marito abbiamo ospitato per la notte una ragazza quando la mamma, badante, era impegnata per lavoro; faccio in modo che alcuni di loro possano essere inseriti nelle mie classi.

Con alcune mamme si è creato, soprattutto in questi ultimi anni, un rapporto più stretto, tanto che una di loro raccomandava ad una nostra amica, volontaria, di non lasciarci per nessun motivo. Il giorno dell’Immacolata abbiamo battezzato il piccolo di questa signora alla presenza di un gran numero di volontari.

Partecipare a quest’opera è per me motivo di crescita perché mi costringe a fare memoria del fatto che io per prima sono accolta e voluta bene da un Altro, altrimenti non riuscirei ad accogliere loro, con tutti i problemi e le contraddizioni che mostrano.

Marivita Pardo