I corsi di introduzione all’adozione

Compagnia e domanda di senso

I corsi di introduzione all’adozione, chiamati “minicorsi” per il carattere iniziale che assumono, offrono una riflessione iniziale sull’esperienza adottiva alle famiglie che intendono avvicinarsi a tale scelta, senza alcuna pretesa circa le risposte e senza nessuna presunzione di valutare il vissuto e le intenzioni delle famiglie, ma semplicemente con l’intento di accompagnarle per un tratto breve o lungo attraverso l’amicizia che ne potrà nascere, nel percorso verso una possibile “nuova fecondità”.

I corsi di introduzione all’adozione sono dei momenti di incontro proposti e condotti in quattro serate nell’arco di un mese da famiglie con esperienza di adozione che condividono il loro percorso con altre famiglie. Queste famiglie hanno colto nell’esperienza dell’adozione, pur attraverso innegabili momenti di difficoltà e fatica, una bellezza e un significato profondo per la loro stessa esistenza.

Alcuni incontrano Famiglie per l’Accoglienza dopo pesanti pratiche di fecondazione artificiale: è evidente la loro solitudine. Raccontano di accanimenti terapeutici, di un sentirsi usati, di risposte tecniche per sterilizzare la domanda di senso che affiora in modo più intenso quando si fa esperienza del proprio limite: che significa esser padre e madre?

La proposta dei corsi di introduzione all’adozione è l’invito ad iniziare un percorso di accoglienza che, dentro l’amicizia condivisa, può rendere più consapevoli le famiglie del significato che ha oggi adottare un bambino in stato di abbandono. Per questa consapevolezza il percorso si propone prima di tutto di ridestare una piena esperienza umana e coniugale di marito e moglie, di persone adulte chiamate ad una responsabilità forte dinanzi ad una diversa fecondità.

Metodo e svolgimento di un “minicorso”

Il percorso è strutturato in quattro argomenti, uno per ciascun incontro:

  • L’attesa e la questione della fecondità adottiva – L’attesa non è un periodo vuoto. Anzi è il tempo di un lavoro su di sé in cui si può fare un’esperienza concreta di cambiamento e crescita della persona nella relazione di coppia e di prepararla all’accoglienza di un altro. L’ambito in cui si gioca questa esperienza è innanzitutto con il proprio coniuge, ma non va trascurato il confronto con gli amici, i parenti e i loro figli;
  • Conoscere le difficoltà che l’adozione può comportare – Uno sguardo realistico sulle possibili difficoltà: lingua, lontananza, differenza etnica, età, rischio giuridico, ecc. Il figlio reale non è come ce lo immaginiamo;
  • Valutare le proprie risorse – Paragonarsi con la richiesta che la difficoltà di un’adozione può comportare: valutare noi stessi senza temere di sentirci giudicati nella nostra presente disponibilità. La disponibilità cambia nel tempo;
  • Riconoscere il desiderio che ho nel cuore – Nell’affrontare l’adozione c’è già un positivo: un desiderio del cuore che ci fa intravedere un bene per noi e per un altro. Riconoscere ed andare al fondo di questo desiderio ci aiuta adesso, prima dell’adozione, dopo l’adozione ed anche fuori dall’adozione: l’adozione è un’esperienza in cui si gioca la totalità della persona e della concezione di sé. Conoscere il desiderio del proprio cuore sarà fondamentale per l’educazione dei propri figli.

Il momento di convivenza con la cena finale permette anche di incontrare le famiglie adottive nella loro interezza, alle volte anche con i loro figli.

Il metodo di un lavoro

Il minicorso vuole fornire alcune coordinate di prima conoscenza e di avvio al giudizio sull’esperienza adottiva grazie alle quali sarà possibile affrontare con più serenità l’impatto con i servizi sociali e col tribunale dei Minori per la fase valutativa e orientarsi nella scelta dell’Ente autorizzato in caso di adozione internazionale.
Il percorso non ha pretese esaustive e vuole essere solo un’occasione aperta ad un rapporto che può liberamente continuare anche dopo la sua conclusione, per un sostegno reciproco tra le famiglie che decideranno di proseguire nella verifica dell’ipotesi adottiva.

Agire sulle motivazioni è il punto qualificante di qualunque processo educativo e Famiglie per l’Accoglienza propone questo lavoro di approfondimento nei limiti della libertà e della personalità di ciascuno, senza ricorrere a formatori professionisti ed esperti. La risorsa su cui si reggono i “minicorsi” è l’esperienza delle famiglie guida: non si tratta semplicemente di raccontare ciò che è accaduto, cosa tutt’altro che usuale, ma soprattutto di comunicare un senso che, guidato dalla compagnia dell’associazione, ciascuno ha potuto dare alle proprie vicende inerenti all’adozione.

Gli argomenti delle quattro serate del percorso di introduzione all’adozione sono presentati da due famiglie-guida attraverso la lettura di una scheda, distribuita di volta in volta per gli incontri successivi. Ogni incontro ha come punto di partenza la testimonianza di una o più famiglie adottive.

Gli obiettivi

I risultati alla fine del percorso di preparazione si possono così riassumere:

  • cominciare ad avere una conoscenza più realistica dei bambini e dei loro bisogni generali e di quelli specifici conseguenti all’abbandono da parte dei genitori;
  • conoscere meglio quali sono le risorse, personali e familiari di due coniugi che si dispongono ad adottare;
  • imparare a riconoscere il vero desiderio del cuore: in fondo l’adozione mette in luce una domanda esistenziale decisiva: “Che cosa vogliamo noi veramente dalla nostra vita?“.