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La misericordia: il nostro vero volto. Incontro del gruppo Ospitalità di Varese

Si è svolto il 9 febbraio 2016 l’incontro del gruppo ospitalità di Varese. Spunto iniziale la testimonianza del ragazzo cinese carcerato (clicca qui per vedere il video) alla presentazione del libro del Papa sulla Misericordia.

“Peccato che stasera non ci sia Betty con la sua esperienza con i carcerati. A me manca solo il carcere e poi le opere di misericordia le ho fatte tutte!” esordisce scherzando Anna. “Pure io“, ripete Elvira, “ma prima o poi andrò anche lì”. Poi continua: “Da quando è nato mio nipotino Francesco con i suoi problemi di salute, mi rendo conto che la sua vita non è frutto di un errore, ha un senso perché è amato e sarà sempre così, anche se dovrà affrontare tante difficoltà. Marco Mazzi ci ricordava: ‘Vorrei che ognuno possa fare esperienza di qualcuno che gli vuole bene e che, quindi, lui è prezioso anche con i propri errori’. Questa frase sintetizza l’esperienza del ragazzo cinese e esprime quello che io desidero per Francesco”.

“La decisione che abbiamo preso, con Mario” racconta Anna “di adottare nostra figlia di 43 anni è un esempio dell’amore di cui siamo investiti. Annalisa, ora sposata, è stata in affido da noi: una storia con tante traversie e rapporti difficili. Nel frattempo i suoi genitori naturali sono morti e, ultimamente, è stato normale per noi pensare di adottarla anche alla sua età e alla nostra. Oggi abbiamo 65 anni. Ci siamo resi conto che una persona ha sempre bisogno di appartenere a qualcuno, di avere un padre e una madre, a qualunque età. Quando abbiamo raccontato ai parenti e agli amici questa decisione, tutti sono rimasti molto contenti e colpiti. Molti hanno detto: ‘Che bella cosa, che gesto d’amore!’.  Tutto questo è stato possibile per la misericordia che Dio ha avuto verso di noi”.

Panorama 1_01Laura racconta della fatica nel comunicare a un amico con problemi familiari che la misericordia è presente anche nella sua vita: “Mi sento veramente impotente davanti a tale situazione perché questa persona è come senza speranza, però capisco che posso pregare per lui e che questo è importante”. “La preghiera non è l’aspirina, diceva il Papa recentemente, ma è veramente una realtà che può cambiare la vita” aggiunge Mario  che sottolinea “Me ne sono accorto pregando per una ragazza in difficoltà. La preghiera ha dato i suoi frutti e questa persona è riuscita a superare alcuni problemi nonostante il dolore che sta vivendo”. “Per me” ha preso la parola Francesco “alcuni incontri, non progettati, con persone mi hanno aiutato ad uscire dalla quotidianità, a volte scontata, mi hanno aiutato a scoprire una possibilità di apertura agli altri che mi ha fatto crescere. Per me questo vuol dire che sono voluto bene dal Signore”.

Questa serata è stata vissuta da tutti come la riscoperta di essere noi accolti e amati per primi: questo ci rende lieti, capaci a nostra volta di amare e di affrontare le accoglienze che sperimentiamo in famiglia. Siamo grati al Papa per questo anno della Misericordia che ci fa ritrovare il nostro vero volto.