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Un pranzo imprevisto: “Un cuore grande che accoglieva noi e le persone affidate alla nostra famiglia”

Una famiglia accoglie una mamma con bambina. Ed il papà ‘capocasa’, Marco, racconta dell’accoglienza imprevista ricevuta attraverso un invito da amici a Milano: “Un pranzo speciale”.

Menu: improvvisazione, accoglienza e tanta amicizia. Sabato, normale giornata di  follia famigliare. Mattina Campestre della scuola, pomeriggio scout. Organizzazione famigliare stile accademia militare impostata dalla moglie e pomeriggio stile tassista a portare figli in giro per Milano. Unica incognita dov’è mangiare? Tra una attività e l’altra, in fretta, e senza morire avvelenati.

L’ imprevisto però si palesa nel volto amico di Lorenzo che ci invita a casa sua a mangiare. Una telefonata veloce a sua moglie Patrizia che rientra dal lavoro per una pausa prima di ritornare ai suoi impegni lavorativi ed ecco organizzato il pranzo. Superfluo chiedere al loro meraviglioso Luca se ci vuole a tavola con lui: il suo contagioso sorriso è già un si. Ospitarci non è facile se al completo: con l’acquisizione recente in famiglia di una mamma e della sua bimba ora siamo 7. Figuriamoci poi se tutto improvvisato.

Inizialmente i tempi limitati per il pranzo avevano spinto per una rinuncia poi il famigerato ‘perché no?’, ma soprattutto la consapevolezza che ogni circostanza tiene dentro una discreta proposta di Dio per la nostra vita, e mia moglie ed io abbiamo detto sì. Che centuplo! Patrizia ci ha accolto con un pranzo semplice ma ottimo e abbondante. Luca ha intrattenuto i ragazzi giocando come ‘solo lui sa fare’ e Lorenzo ci ha messo subito a nostro agio.

Mi ha commosso il vedere come ci fosse un cuore grande che accoglieva noi e le persone affidate alla nostra famiglia. Ero lieto e grato nel poter far vedere a questa mamma affidataci cosa vuol dire poter affrontare tutta la vita, anche un semplice pranzo tra una attività famigliare e l’altra, con amici così: un’ amicizia in cui ti senti accolto e coccolato. Un’amicizia desiderosa di condividere questa nuova esperienza e la nostra quotidianità. Un’amicizia che non ha esitato a condividere di incontri straordinari vissuti in altre circostanze. Il tempo si è fatto breve e la puntualità per il nuovo impegno era a rischio, ma il luogo era così accogliente e l’ esperienza che stavo vivendo volevo fosse vissuta fino all’ ultimo istante anche dai miei figli. Perché crescere con una consapevolezza di amicizia così è roba dell’altro mondo. Abbiamo consumato così fino all’ ultimo secondo con i nostri amici e siamo andati via.

1DE0D70C-BC2A-4A55-A5FA-8242D9E75F6D Alla sera, recuperando i figli prima di cena, il mio cuore era talmente grato e pieno di quanto accaduto che non ho potuto chieder loro cosa li avesse colpiti di più di tutta la densa giornata vissuta. Il maggiore ha ammesso che il pranzo da Lorenzo, Patrizia e Luca era stata la più bella cosa della giornata. ‘La bontà del cibo’, mi ha confessato, e perché si è ‘trovato bene’. ‘Accolto’, l’ho corretto, ‘accolto da un Altro presente nella nostra vita con i volti dei nostri amici e che ci ha invitato a casa sua perché ci vuole bene fino in fondo’. In un periodo in cui Masterchef attira l’ attenzione di grandi e piccini, un pranzo così vale la vittoria a qualsiasi competizione.

Marco
Milano, 4 aprile 2016