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“Un bagaglio grandissimo di amore che mi è stato donato”

“Le mie origini, la mia storia per me erano un tabù. Trovarmi a parlarne ora è l’esito di un percorso”. Cristiano ha trent’anni, è sposato da poco, lavora. E’ un figlio cresciuto in affidamento presso la famiglia Daniotti a Firenze e ha portato la sua testimonianza – insieme a quella dei suoi genitori affidatari Enza e Sergio – in occasione della giornata di convivenza di Famiglie per l’Accoglienza Regione Toscana, che si è svolta il 6 novembre a Prato.

 

“La mia vita parte dai 3 anni, da quando è cominciato l’affidamento: il ricordo di tutto quello che è bello e che sento importante per me parte da lì. Quello che mi ha fatto maturare è stato ciò che mi è stato messo davanti e che potevo sperimentare – ha raccontato Cristiano – La disponibilità di Enza e Sergio ha trasformato la mia. Non ho scelto niente: mi ritrovo a vivere il rapporto con mia moglie, con il lavoro, carico di un bagaglio grandissimo di amore. Porto agli altri quello che è stato donato a me”.

Cristiano è parte fondamentale della storia di Enza e Sergio. Proprio a partire dalla proposta del suo affidamento, hanno riconosciuto la strada della loro vocazione che ha preso la forma di una casa famiglia e di un’intensa attività di accoglienza, sviluppata nel tempo non solo con l’affido, ma anche con iniziative di convivenza e sostegno a minori , giovani e adulti in stato di bisogno o disabili. E anche Cristiano partecipa ora agli incontri del gruppo di ragazzi disabili che fa capo alla casa di accoglienza di Santo Stefano a Tizzano. La casa e la famiglia Daniotti fanno riferimento all’Associazione “Cinque pani e due pesci”.

“Come è possibile rimanere sempre saldi di fronte ai cambiamenti che la vita ci mette davanti?– ha detto ancora Cristiano – Le difficoltà aumentano! Enza e Sergio mi hanno insegnato ad avere fiducia, ad avere la casa e la famiglia come centro. Per me la loro casa è come una calamita: anche adesso non posso farne a meno”.

“Con l’affidamento ho imparato tanto – ha testimoniato Enza, che ha tre figli naturali e 6 affidati – le caratteristiche di questa esperienza sono diventate un cardine su cui Sergio e io ci siamo trovati a lavorare. Ma in sintesi sono due le parole importanti: fiducia e fedeltà. Ai ragazzi che mi vengono affidati voglio credere sempre, nonostante le difficoltà, e desidero che si fidino di me: prima di tutto perché mi fido di Dio. Poi, l’affidamento è un ‘contratto’ a tempo indeterminato. E’ per sempre”.

L’esperienza della famiglia Daniotti, ha sottolineato Luciano Cristoferi presidente dell’Associazione in Toscana aprendo l’incontro “è sempre stata in qualche modo intrecciata con quella di Famiglie per l’Accoglienza, fin dall’inizio attraverso l’amicizia nata con Irene Lapiccirella, che ha fondato l’Associazione a Firenze, ma anche successivamente in tante occasioni di incontro e di stima reciproca”.

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Da sinistra, Luciano Cristoferi, Sergio Daniotti, Cristiano e Enza