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Ragazzi difficili. Claudio Burgio: “Sentire la loro sofferenza fa bene a me e forse a loro”

Lo scorso 2 maggio alcune famiglie affidatarie hanno incontrato don Claudio Burgio, che gestisce una comunità di accoglienza per minori e servizi educativi per adolescenti.

“Ogni storia sbagliata è una storia di bene” è stata la sfida lanciata da subito da don Claudio che ha voluto approfondire l’esperienza di genitori che accolgono figli in affidamento. Con lui uno dei “suoi” ragazzi.

“Formule non ce ne sono, la competenza può essere d’aiuto, ma poi occorre necessariamente fare i conti con l’impotenza a risolvere. Anzi, questa coscienza di impotenza porta una nuova luce nel rapporto col figlio. In fin dei conti ho fede o no? Mi fido del figlio o no?”.

Altro passaggio interessante nel dialogo è stato il richiamo a “sentire le sofferenze di chi accogliamo”. In questo la testimonianza di uno dei ragazzi di don Claudio ha aiutato le famiglie presenti a comprendere meglio il senso di alcuni comportamenti negativi, le bugie, le ribellioni, la trasgressione.”Non ce l’avevo coi miei che mi hanno adottato, ma non potevo far diversamente”.

Un genitore ha chiesto al ragazzo: “Ma tuo padre e tua mamma non ti volevano bene?”. La sua risposta è stata: “Non sopportavo l’immagine che mi avevano messo addosso. Per me è impossibile stare da solo. Mi attacco al telefono e qualcuno lo trovo, ma lo so che non sono amici veri”.

Don Claudio ha portato la sua esperienza con questi ragazzi difficili: “Non voglio cedere al ricatto del ‘poverino’. Io credo nella libertà, con pazienza, ascoltando molto. Sentire la loro sofferenza fa bene a me e forse a loro”.