News

“Dalla marternità adottiva occhi nuovi sulla maternità della carne”

Emanuela racconta il cammino di mamma attraverso l’adozione e la successiva gravidanza personale.

Quando mi è stato chiesto di scrivere su quanto stava accadendo nella mia vita, mi sono chiesta: “cosa posso scrivere?”. Ma poi, dopo aver pregato, mi sono seduta davanti al mio computer e ho capito che questa era un’opportunità prima per me, per potermi fermare e riconoscere dentro la mia vita l’opera del Mistero. Due anni fa, dopo un lungo iter doloroso e intenso, tra attese e impossibilità di procreare, mio marito Francesco ed io abbiamo adottato un bambino di colore, che ci ha permesso di sperimentare la paternità e la maternità, vocazione alla quale ci siamo sempre sentiti chiamati.

Poi è accaduto l’imprevisto; cinque mesi fa, in un momento in cui stavamo pensando se rimetterci in cammino per una seconda adozione, abbiamo scoperto di aspettare un bambino. Ora lo sento muovere nel mio grembo e mi stupisco ogni giorno che dentro di me ci sia un’altra vita. Questa condizione mi ha permesso di pensare con maggiore intensità alla madre biologica del mio primo figlio, chiedendomi quali emozioni e sensazioni lei abbia provato durante la sua gestazione, e di esserle maggiormente grata.

Osservo la nostra vita e vedo quanto il Signore ci abbia guidato nelle scelte attraverso le persone che ci ha messo accanto, come la meravigliosa compagnia di Famiglie per l’Accoglienza. Tante persone che incontriamo si commuovono quando ascoltano la nostra storia; questo mi ha fatto ancora più capire quanto questi due figli non siano per noi, ma per testimoniare al mondo l’Amore di Dio. Un fratello nero ed uno bianco, spesso li immagino vicini e so che anche nel silenzio la loro testimonianza sarà forte. Anche a me, ultimamente, capita spesso di rimanere in silenzio, cercando di imitare l’esempio di nostra Madre Maria che serbava tutto nel suo cuore.

Molti mi chiedono come mi sento in questo momento, vivendo la maternità anche nella carne. Io ringrazio il Signore che ha permesso a me e mio marito di diventare con-creatori, collaborando con Lui alla Sua opera creatrice. Mi è stata data l’opportunità e la responsabilità di custodire la Vita sin dal suo primo istante, ma ho la certezza di essere una mamma adottiva e lo sarò sempre, anche per il figlio biologico, con la consapevolezza che mi è stato affidato. Il cammino adottivo ci ha donato la Grazia di poter stare dentro la nostra vita con occhi nuovi, coscienti che nulla ci appartiene e che tutto ci è stato donato, cercando di affrontare con questo sguardo anche questa nuova maternità.

Emanuela