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La strada dell’accoglienza fa camminare più certi

Giornata di convivenza che si è svolta a Laives (BZ) domenica 15 ottobre scorso: ecco alcune testimonianze che dicono la gratitudine della bella esperienza

Roberto: “In un momento problematico della mia vita – non avrei mai pensato di tornare a fare il pendolare per lavoro – mi ha colpito la semplicità e il modo bello con cui Paola, Fabio e tutti voi mi avete accolto nella vostra compagnia. Come se fosse normale, anche se per me è stato eccezionale e inaspettato. Questo mi ha stupito e reso grato allo stesso tempo. È un po’ come quando riscopro, mi capita spesso per fortuna, che sono voluto bene, semplicemente, attraverso piccole cose come il calore di un abbraccio o l’invito a passare del tempo insieme. E ripartire è più bello”.

Angela: “Non conoscevo quasi nessuno se non di vista e, come impatto, mi sono sentita in alcuni momenti anche un po’ in imbarazzo – ogni tanto mi chiedevo che ci facevo tra decine di mogli e mariti e una carrettata di figli. Forse in altri contesti mi sarebbe pesato, ma nell’arco della giornata è poi prevalsa, guardandomi intorno, la certezza di essere nel posto giusto perchè vedevo quello di cui avevo bisogno.

Mi ‘porto via’ diverse cose, tre in particolare. La prima: non sono amante di giochi e gioconi ma è stato semplice cedere a Michele che me li ha proposti. In quel momento ho pensato: a che pro essere venuta fin qua per poi non starci fino in fondo? La seconda: la faccia del bimbo di Elena che è stato accolto in affido e che avevo visto in alcune occasioni. Domenica ho pensato che era veramente fiorito. Ricordavo un bimbo che all’inizio quasi non ti guardava e l’altro giorno ho visto invece un bambino solare, con una voglia di giocare contagiosa e, quello che più mi ha colpita, fiducioso e aperto verso tutti. In quel momento ho desiderato e desidero che la mia vita sia utile e possa contribuire al fiorire di quella dei ‘miei fratelli uomini’. La terza: ho ancora negli occhi il volto di Isabella e lo sguardo carico di affezione con cui guardava, richiamandolo al silenzio durante la messa, il loro bimbo in affido. Era l’espressione di una persona contenta nel voler bene ad un ‘estraneo’ e guardandola ho pensato che la gratuità con cui lo hanno accolto era per lei, in fondo, un guadagno. Voi mi testimoniate che cedere e accogliere la diversità non solo è possibile, ma conviene e rende contenti; in questo vi sento di grande compagnia”.

Roberta: “Che commozione! Sono partita da Rovereto chiedendomi se il luogo scelto per la nostra giornata di inizio anno sarebbe stato adeguato e dove si sarebbe svolto il pellegrinaggio. Siamo arrivati ed abbiamo trovato una sala ben apparecchiata e tutti gli amici di Bolzano che avevano curato ogni particolare. Abbiamo fatto il pellegrinaggio che si è concluso nella chiesa di Sant’Antonio Abate e San Nicolò dove, con sorpresa, abbiamo scoperto essere custodita la statuetta originale della Madonna del Santuario di Pietralba.

Per la prima volta “pranzo di condivisione” dove ognuno ha portato qualcosa da mettere in comune: c’era da mangiare per un esercito. Nel pomeriggio si sono svolti i giochi organizzati per i bimbi e le famiglie che hanno fatto sentire tutti protagonisti. Mi sono detta: ‘Come sono voluta bene! Chi sono io per meritarmi una simile bellezza?’. Ho scoperto ancora una volta che la prima persona accolta sono io e che dentro tutta la mia vita sono stata e sono pensata e voluta bene. Ho concluso la messa con una gratitudine che non può non essere manifestata a tutti!”.