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La fecondità della nostra amicizia genera un bene che trasforma ciò che ci circonda

Domenica 22 Aprile un gruppo di famiglie si è dato appuntamento a Mori per una breve passeggiata lungo il sentiero che, dal centro storico, porta al santuario di Montalbano. Il pomeriggio è trascorso fra giochi, canzoni e una ricca merenda, grazie al contributo di tutti. Silvia ci ha raccontato la sua esperienza e come cambia la vita di ogni giorno.

Io e la mia bambina siamo partite da Bolzano con il desiderio di incontrare di nuovo alcune famiglie che conosciamo quasi da un anno, dopo una vacanza trascorsa insieme. Nonostante quest’anno ci siano state poche occasioni per incontrarsi, mi sento molto legata ad alcuni amici perchè sin da subito mi sono sentita accolta. Nei loro occhi ho visto subito una luce diversa e inattesa: la gratitudine per il fatto che io ci sono, sono lì con loro, esisto. Questa è un’esperienza che travolge tutto. Che commozione poter stare in compagnia di qualcuno e accorgersi che questo amico è grato a Dio perchè tu sei lì! Non vorresti più andare via da quella presenza!

Di questa esperienza si accorgono – in modo istintivo – anche i bambini. Ed infatti i miei figli hanno intuito che in questa compagnia gli adulti sono diversi, sono interessati ai piccoli in modo diverso dal comune. E’ proprio evidente che anche i miei figli si sentono attratti dentro a questa compagnia, perché si sentono importanti, cioè amati.

Tornando a casa, resta la nostalgia di questi volti e il desiderio di rivedersi. Ma non è soltanto questo, perché questa compagnia può davvero cambiare la vita: ieri al lavoro mi sono trovata accanto una persona in difficoltà. Ho pensato: cosa faccio? Resto indifferente oppure mi metto in relazione sincera con questa persona? Mentre pensavo a questo, la mia memoria torna ad una delle amiche… cosa avrebbe fatto lei? Mi è stato subito chiaro cosa fare. Questa è la fecondità della nostra amicizia, che genera un bene che trasforma ciò che ci circonda.