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Accompagnarsi per un pezzo di strada

“Una famiglia per una famiglia” è un progetto di affiancamento lanciato lo scorso anno dal Centro Affidi del Comune di Firenze in collaborazione con la Fondazione Paideia di Torino. La prima famiglia ad aderire al progetto a Firenze – attraverso il Forum toscano delle Associazioni famigliari – è quella di Stefania e Riccardo. A conclusione di un anno di esperienza, raccontano come è andata.

Lo scopo di questa iniziativa è affiancare a nuclei familiari, in difficoltà per i più svariati motivi (problemi di lingua, di integrazione, lavorativi, di gestione familiare, etc.), famiglie che possano accompagnarli e aiutarli per determinato periodo di tempo, in genere un anno. Il tutto in base ad un progetto ben preciso, cucito su misura sulle esigenze temporanee della famiglia affiancata e, per agevolare al massimo i rapporti, pensato per mettere in contatto due nuclei familiari che abitino nella stessa zona.

«Ci è stata presentata una signora indiana, da 14 anni in Italia, con un figlio 11enne con gravi problemi di salute; rimasta da sola dopo la separazione dal marito, avvenuta praticamente subito dopo la nascita del bambino. La mamma è stata per 9 mesi ricoverata insieme con il figlio all’ospedale pediatrico – racconta Stefania -. Questa donna è spettacolare, ha una forza e una determinazione incredibili. Vive letteralmente per il figlio, ha fatto e fa di tutto per lui. Secondo i medici, a causa della sua malattia, il bimbo sarebbe stato cieco, non avrebbe parlato e non avrebbe camminato: ma vede, corre e chiacchiera senza sosta!».

Il primo aiuto offerto a questa mamma da Stefania e Riccardo è stato per il trasloco in una nuova casa popolare che le è stata assegnata e per tutte le piccole e grandi incombenze del caso, «ma non vuole assolutamente sentirsi oggetto di assistenza – precisa Stefania – piuttosto creare un rapporto di amicizia dove possa esserci uno scambio reciproco».

« In effetti, in questo caso non c’è niente che non rientri nella normalità di un qualsiasi rapporto di amicizia – continua Riccardo -, come le esperienze di compagnia e ospitalità che la nostra famiglia ha fatto in questi anni attraverso l’Associazione. È solo un modo più strutturato, più istituzionalizzato di far compagnia a qualcuno per un pezzo di strada». A Natale Sheela e suo figlio sono stati invitati a pranzo a casa di Stefania e Riccardo: hanno ricambiato cucinando per loro una memorabile cena indiana.

«Stare accanto a Sheela e Bion – dice Stefania – ci sta insegnando ad avere uno sguardo diverso sulla vita, più aperto e consapevole della Grazia di cui siamo fatti oggetto».