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“Non ci sono circostanze sfavorevoli ma tutto è occasione”

“Questo tempo non è sospeso, ma donato”: racconto del primo videcollegamento in Sicilia dall’inizio del lockdown.

Sono le ore 21 del 28 aprile e Famiglie per l’Accoglienza della Sicilia, nelle persone di Paolo ed Alfredo, con Massimo Orselli, inizia un incontro in videocollegamento sull’esperienza del lockdown. Da Ragusa a Centuripe, da Messina a Catania, passando per Barcellona e Lentini, sono tantissime le facce che appaiono sullo schermo, soprattutto quelle dei bambini allegri e sicuri nelle loro case. Sono pochi i volti conosciuti, molti li incontro per la prima volta sullo schermo ed è subito familiarità.

Veronica, Gianni, Giuseppe, Emanuele cominciano a raccontare le gioie della quarantena delle nuove famiglie adottive che godono i freschi legami di appartenenza familiare, ma dicono anche delle fatiche con i bambini più piccoli e delle difficoltà legate alla gestione scolastica a distanza o allo smart-working sempre più pressante.

Piano piano sgorgano le domande e Ugo le pone davvero stringenti: “Come ci aiutiamo nell’esperienza dell’accoglienza, già tra marito e moglie? Cosa ci sta insegnando la realtà di questi giorni?”. Barbara avverte forte la precarietà dell’esistenza e il desiderio grande di insegnare ai figli a guardare ed aprirsi alla totalità di ciò che sta accadendo. “Aggrapparsi alla vita”, lei dice, “è risposta al nulla”. Usa altre parole, ma è lo stesso che Massimo ricorda: “Vivere intensamente il reale”. Poi, raccontando la sua esperienza, dettaglia: ”Questa obbedienza alla realtà è obbedienza a Gesù, al Mistero che ci ha abbracciato e che ci abbraccia”.

Gaetano aggiunge che “dire di sì ha la forma del seguire una compagnia. Ogni giorno c’è sempre qualcosa che bussa, che chiede il mio sì”. E Guglielmo precisa: “Fare memoria, riandare all’origine del nostro sì all’adozione dei figli, aiuta. Cosa ci ha mossi? Cosa ci ha sostenuti? E’ un Altro che bussa, a Lui dici sì. Riandare all’origine è come per Gesù risorto tornare in Galilea”.

“Il sì è detto ogni giorno – è Marcello ad intervenire – perchè il nulla è il nonsenso delle cose. Accade quando le cose ti sovrastano e tu perdi la direzione. Sono strappato dal nulla grazie alle facce, quella del Papa la mattina, quelle degli amici, quella di Van Thuan: è sempre una presenza che ti tira fuori dal nulla, ti fa guardare dove devi guardare”, perchè “chi hai accanto è il varco per cui un Altro ti cambia”, come testimonia Catia.

Nuovamente Massimo rilancia: “Il sì è detto a Uno senza il quale non possiamo far nulla. Letteralmente nulla. Questa carezza, questo abbraccio del Nazareno, per noi ha dei volti molto concreti. Non siamo noi, poveri cristi, in grado di aiutarci, ma è un Altro che ci aiuta in questa compagnia scalcagnata. Il sì è a Cristo dentro tutte le circostanze”.

“Non ci sono circostanze sfavorevoli ma tutto è occasione” riprende Pippo, ed esemplifica raccontando come l’impossibilità di continuare, come prima, a portare i pacchi alle famiglie non lo abbia fermato, anzi è diventata occasione per chiedere ad un’amica di farlo al posto suo. Lei ha accettato ed è ripartita una storia di caritativa interrotta molti anni prima. Ecco perché, conclude Maria, “questo tempo non è sospeso, ma donato. Per una vicinanza più decisiva”.

E mentre i bambini ormai dormono da un pezzo, dopo averci annunciato all’inizio del nostro incontro: “Noi stiamo andando a dormire… un pochino!” mi sorprendo a pensare che razza di casa sia questa compagnia, che ci fa respirare e gustare la Vita così, nei giorni in cui un virus sottrae proprio il gusto e il respiro. È questa la casa in cui, come i bambini, abitare lieti e dormire sicuri per sempre.

Catia Petta