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“Oggi laverei le scale…”

Dalla “modalità muro” allo sguardo commosso all’ultima piccola in affido: il cambiamento in famiglia durante il lockdown.

“Oggi laverei le scale…”, “Posso preparare delle piadine?”, “Se vuoi leggo io una storia a C. prima di andare a letto”, “Ti aiuto a stendere?”. Sono alcune delle frasi che ci siamo sentiti dire in questo periodo da T. un ragazzo ormai maggiorenne che dopo cinque anni in affido da noi aveva deciso di trasferirsi dalla mamma per poi chiederci di tornare. Dopo alcuni mesi di lavoro stagionale avrebbe dovuto andare per un periodo da un’altra parte, ma il lock-down non gli ha permesso di spostarsi. Questo all’inizio l’ha un po’ destabilizzato, come ogni circostanza che scombina i suoi piani. Anche io e mio marito abbiamo avuto un momento di smarrimento e la sua “modalità muro” che ben conoscevamo non aveva di certo aiutato (chiuso in camera tutto il giorno, guai chiedergli qualcosa durante i pasti…).

Poi ci siamo detti che anche questa contingenza era per noi, era per dire sì al Signore e abbiamo iniziato a coinvolgerlo, a proporgli delle cose da fare in casa assieme o da solo e lui, pian piano, ci è stato. Adesso è uno spettacolo vedere come si muove: accarezza la nostra piccolina che finora guardava con sospetto (forse nella sua testa pensava che non ci sarebbe più stato posto per lui qui, visto che nel frattempo era arrivata lei), si adopera in cucina o in lavoretti di casa, è disponibile quando gli si chiede un favore (certo, a volte sbuffando, è pur sempre un adolescente cresciuto!), gioca con il bambino che è stato qui una settimana con noi,… Insomma, non posso non riconoscere il Signore che opera in T. in questo periodo! Mai avremmo potuto immaginare un tale cambiamento! Ci ha anche chiesto di fare delle videochiamate con la sua mamma con la quale non abbiamo mai avuto rapporti, se non sporadici.

Abbiamo visto assieme il film “The instant family” e lui ha fatto una serie di commenti sull’affido, paragonando spezzoni visti con la sua storia, con una gran serietà, ma anche serenità. Non so se lui abbia finalmente trovato un’unità e un po’ di tranquillità, ma so di certo che io non posso non stupirmi di fronte a tutto ciò e ringraziare il buon Dio per questo spettacolo.

Non so cosa succederà dopo questo periodo, ma la presenza di T. nella nostra famiglia ci ha fatti crescere molto, mi ha insegnato la pazienza e cosa vuol dire accogliere una diversità e una presenza che non corrisponde e ci ha fatto maturare nella scelta verso l’adozione. In tutto questo c’è anche un esito insperato che è tutta Grazia: noi per lui siamo importanti, anche se per anni ci ha dimostrato e detto il contrario.

L. e L.