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Quarantena in famiglia: scontro o incontro fra genitori e figli?

Continuando gli incontri su difficoltà e risorse nel periodo di lockdown e ripartendo dalla domanda di alcune famiglie della provincia, l’Associazione di Bologna il 29 maggio 2020 ha invitato gli amici della casa d’accoglienza Fontana Vivace di Genova, per ascoltare la loro esperienza di rapporto con i figli durante la quarantena.

Luca comincia raccontando che l’inizio della loro storia è scaturito da un desiderio di vivere la comunione fra famiglie e che seguirlo aveva portato un nuovo gusto nella loro vita. Una novità che è messa a rischio quando ci si concentra sulle difficoltà quotidiane, come quelle scolastiche, e che in questo periodo di convivenza forzata con ogni figlio (accolto e non) potevano essere maggiormente evidenti.

“Siamo partiti dalla certezza che la realtà è buona e ci siamo sostenuti a vicenda col desiderio che anche i figli se ne potessero accorgere, ma noi per primi avevamo l’esigenza di vivere intensamente la condizione data” incalza Sergio. Diventa evidente dai loro racconti che l’aiuto e la condivisione sono entrati ancora più a fondo nella quotidianità ed è stato proprio in questo lavoro che ognuno di loro si è accorto di avere un’attenzione particolare a quello che succedeva ai figli.

Laura racconta di come è stato importante stare vicino alle mancanze dei ragazzi, perché le potessero prima di tutto accogliere. Mancanze di ogni tipo, come il fatto di non aver più potuto abbracciare la piccola S. dopo che una famiglia l’ha accolta. Una mancanza accolta in un lavoro che può essere semplice, come guardare insieme i video di S. inviati dalla famiglia accogliente, che però può sfociare in un semplice e dolcissimo “S. per tutta la famiglia è meglio di Netflix!”.

 

Ma ci sono anche difficoltà più profonde. Alessandra e Marco ci raccontano della malattia di Marco che ha preoccupato tutta la casa, del secondo figlio che ha deciso di andare a vivere da solo e del grande che pian piano è uscito dalla sua camera.

In tutto questo è emerso in particolare un aspetto, e cioè come valga la pena partire dalla stima dei desideri dei figli per affermare il loro valore. Prima di ogni pretesa, per accompagnarli per quel che si può. Non si può rischiare di amare più il loro cambiamento che loro stessi.

È una posizione che ci sentiamo di dire dovrebbe essere sempre quella di un genitore, ma non è facile mantenerla e si perde di vista facilmente. Da un certo punto di vista questa particolare condizione è stata un aiuto, perché ha costretto tutti a fermarsi per guardarci e guardare con maggior profondità chi il Signore ha messo in casa nostra. Non vediamo l’ora di avere l’occasione di andare a trovarli a Genova.