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“Davanti alla collera che ogni tanto viviamo la risorsa è la domanda di essere perdonati”.

Venerdì 11 dicembre Famiglie per l’Accoglienza Varese ha incontrato via Zoom don Emmanuele Silanos, Vicario generale della fraternità di San Carlo Borromeo. Le sue parole di “rilancio” nel racconto di Alberto.

L’incontro con don Emmanuele Silanos si è rivelato prezioso, una serata nella quale ci ha come “preso per mano”. Ci ha “confortato” di fronte alle nostre paure, agli smarrimenti, alle fatiche che stiamo affrontando ricordandoci che sono normali, quasi naturali, tanto più in questa fase di pandemia. Il nostro – ci ha detto – è il “grido di Israele, quello di ogni uomo che vive una fase difficile della vita”. Ma nella notte che stiamo attraversando noi cristiani abbiamo dalla nostra la fede. “Il cristiano sa che Cristo è presente e dà senso alla vita anche quando la vita è una prova dura da affrontare; sa che ci può essere anche il buio più tetro della notte ma c’è già anche la luce di un eterno che ci attende”. Perché il cristiano ha la fede “che necessita sempre di essere approfondita attraverso gli strumenti che il Signore ci offre, prima di tutto la preghiera, fatta insieme, nelle nostre case nelle quali ci rifugiamo dalla pandemia e che possono essere il luogo della vera unità della famiglia”.

Queste case che sono però anche luogo di fatica, per le scelte compiute dai figli, spesso contrarie a quelle che vorremmo. Anche su questo punto don Silanos è stato chiaro e “consolante”: “Il Padre vuole un dialogo con noi e desidera che noi rispondiamo al suo amore. Questo accade in un cammino che è pieno anche di errori e correzioni ma non dobbiamo avere paura di sbagliare e di farci correggere perché Lui non fa altro che chiederci di amarlo di più e ciò è liberante. Quello che conta è il rapporto con Lui, non il fatto di non sbagliare mai verso i nostri figli”.

Anche l’essere liberi dall’esito dei nostri sforzi non basta. Serve anche la capacità di perdono, come don Emmanuele ha detto rispondendo ad una domanda. “Davanti alla collera che ogni tanto viviamo l’unica risorsa che abbiamo è la domanda di essere perdonati. Ma per farlo occorre aver fatto l’esperienza del perdono. Le famiglie si spaccano davanti all’incapacità di perdonare, invece il perdono ricevuto è l’inizio di un modo diverso di stare insieme”.

Ci siamo salutati consapevoli che la serata che abbiamo trascorso con lui è stata per noi una grazia. Che ha portato frutti, da subito come dimostra il pranzo del giorno dopo nel quale Chiara e Dona hanno ripreso alcuni spunti dell’incontro. “Li abbiamo usati come nuovo criterio per guardare le nostre fatiche” ha commentato Dona. Un aiuto in più per capire che anche quando è ancora notte, nel buio si può vedere la luce del giorno.