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“L’accoglienza è un bene che si impone alla vita, un fascino che prevale ed invade tutto”.

Il 28 dicembre scorso, con la partecipazione di tante famiglie, l’incontro “Tu, sorpresa alla mia vita”. Silvia e Sante Pagnin di Padova, hanno raccontato la loro esperienza di accoglienza, anche in questo difficile momento di pandemia.

Partendo dal Filo Rosso 2020-21  – cioè il tema “Tu, sorpresa alla mia vita” – Silvia ha più volte messo in evidenza, per la bellezza e l’attinenza al percorso di accoglienza che sta facendo con il marito Sante, alcuni punti della lettera apostolica “Patris Corde” del Santo Padre Francesco, pubblicata in occasione del 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale Patrono della Chiesa Universale. Tre posizioni umane nel cammino: domanda, obiezione e obbedienza amorosa.

Il primo affido avuto dieci anni fa circa è stato sostenuto attraverso gli incontri in Famiglie per l’Accoglienza  diventando così un percorso non meno difficile ma più vero. Silvia: “L’accoglienza è un bene che si impone alla vita, un fascino che prevale ed invade tutto. Per cui capisci che la vita vissuta così è infinitamente meglio. Esiste davvero la cosa per cui vale la pena mollare tutto e seguire. Un fascino che cambia la quotidianità.”

E poi la posizione di obiezione che talvolta, durante il cammino, emerge. “La fatica e l’inadeguatezza che ci si sente addosso. Le tante cose da fare e la propria limitatezza. Ma la fatica non è più un ostacolo se riconosciuta condizione per cui sei costretto a rispondere alla domanda di Gesù ‘ti fidi di me?’. Se la risposta è sì il peso della fatica e del dolore possono essere portati con un ultima leggerezza. Che non sono più un problema da risolvere, ma una condizione da abbracciare.”

Insieme una posizione di obbedienza amorosa. E cioè il fatto che “quello che ti è dato da vivere non sia un peso da sopportare ma scoperta dell’amore che sostiene la nostra stessa vita. Puoi sentirti con il cuore in pace perchè riconosci di essere amato. Così puoi vivere i gesti quotidiani con un gusto dell’altro mondo”. L’obbedienza amorosa diventa una presenza nelle cose che fai tutti i giorni per cui anche il semplice lavare i piatti diventa un’esperienza meravigliosamente nuova.

Anche Sante, recentemente colpito dal Covid, ha descritto il brutto momento di solitudine chiuso nella sua mansarda e la riscoperta della recita del Rosario, del sentirsi accolto e grato da una storia che da tanti anni lo sostiene.

Conclusa la testimonianza, il dialogo tra famiglie ha fatto emergere fatiche e la grande bellezza dell’accoglienza.