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Sostenere le famiglie per sostenere l’adozione

Il seminario di formazione per operatori e famiglie del Tavolo Territoriale per l’Adozione di Milano, tenutosi il 19 maggio 2022

Più di sessanta persone hanno preso parte lo scorso giovedì 19 maggio al seminario di formazione “Sostenere l’adozione: accompagnare la sofferenza, prendersi cura del benessere. Operatori a confronto”. Ospitato nell’Auditorium Giovanni Paolo II° della parrocchia Santa Maria Nascente in QT8, l’evento ha visto la partecipazione attiva di numerosi operatori che lavorano nel campo dell’adozione, sia nel servizio pubblico che nel terzo settore non profit, oltre a diversi genitori adottivi che fanno capo al multiforme associazionismo famigliare.
L’evento è stato proposto dagli enti, associazioni e cooperative che siedono al Tavolo Territoriale Adozione dell’area metropolitana diocesana milanese, nato per la promozione della cultura dell’adozione e per una riflessione comune sull’accompagnamento delle famiglie adottive nelle diverse fasi della loro vita. Oltre a Caritas Ambrosiana, che coordina il Tavolo, vi partecipano AFN, AIAU, Ai.Bi, AMI, Anfaa, AVSI, CTA, EOS, Famiglie per l’Accoglienza, GAAL, GSD, Italiaadozioni, SOS Bambino International Adoption, USSM.

“Sostenere l’adozione” dà seguito ad un percorso avviato negli ultimi anni, durante il quale il Tavolo Adozione ha realizzato un riuscito convegno sull’inserimento nella scuola dei figli adottivi e, in tempo di Covid, un webinar sull’accompagnamento post-adottivo. Da questo percorso è nato anche un opuscolo che “fotografa” la situazione dell’adozione negli ultimi anni attraverso un questionario realizzato nel 2019 su un significativo campionario di famiglie adottive.

Nella prima fase della mattinata il dott. Matteo Zappa, responsabile dell’area Minori e Famiglia di Caritas Ambrosiana, ha presentato il lavoro del Tavolo Adozione e ha introdotto le relazioni della dott.ssa Rosangela Arancio, dirigente Medico presso la Pediatria dell’ospedale San Paolo di Milano, sul tema “I bisogni di salute e l’accoglienza sanitaria dei bambini provenienti da adozione internazionale: cosa si fa e cosa si dovrebbe fare”; della dott.ssa Luisa Leoni Bassani, Neuropsichiatra Infantile della cooperativa sociale “Il Pellicano”, sul tema “L’adozione, un’avventura educativa tra fantasmi e realtà”; infine la dott.ssa Sara Lombardi ha sviluppato il tema “Riconoscere le crisi adottive per prendersi cura efficacemente delle famiglie”. Le relazioni hanno consentito un approfondimento sulla tensione esistente tra patologia e dolore nel contesto adottivo, cercando di identificarne le caratteristiche. La dott.ssa Arancio ha evidenziato, alla luce delle rilevanze cliniche, i mutamenti delle diverse patologie di cui sono portatori i bambini in adozione internazionale, anche a seconda delle diverse provenienze, e ha suggerito la necessità che nelle strutture sanitarie si costituiscano delle équipe interdisciplinari in grado di riconoscere e prevenire le diverse patologie. La dott.ssa Leoni Bassani ha sottolineato come spesso vi sia un falso “fantasma genetico” che impedisce il riconoscimento pieno del bambino adottivo come “figlio”. Si tratta di una paura del diverso che spesso impedisce anche nella scuola un pieno e duraturo inserimento, dopo l’entusiasmo iniziale. Dinanzi a queste paure – ha aggiunto la relatrice – occorre un’educazione degli adulti che non sia solo settoriale, occorre piuttosto costruire reti sociali intorno alle famiglie che le sottraggano dalla solitudine. Anche la dott.ssa Lombardi ha evidenziato come l’adozione sia l’incontro tra due bisogni, e in questo senso è un’esperienza riparativa per tutti i soggetti. Soffermandosi poi sulla descrizione della sofferenza di un bambino adottivo, che ha perso tutto: odori, sapori, colori, relazioni parentali e amicali, paesaggi interiori, in una parola la prima parte della sua storia, ha sottolineato come occorra, da parte di chi lo accompagna, “legittimare” la sua sofferenza, darle ascolto anche dopo molto tempo dall’abbandono subito. Solo in un tempo lungo sarà possibile allora costruire un nuovo attaccamento.

Nella seconda parte della mattinata sono stati proposti tre workshop nei quali ci si è soffermati sull’accompagnamento delle famiglie adottive e sull’importanza del lavoro di rete tra operatori, indispensabile soprattutto quando la sofferenza mette a dura prova la tenuta della famiglia, giungendo alle soglie della crisi adottiva o addirittura del fallimento adottivo. Tuttavia, anche nei casi estremi sopra evocati, ciò che è emerso con diverse sottolineature da parte di tutti i relatori è la positività della relazione adottiva – fosse anche interrotta ad un certo punto – la quale assume in ogni caso il carattere di una vera e propria terapia dinanzi alle sofferenze generate dall’abbandono. In tutti i gruppi è emersa l’importanza di costruire reti amicali e istituzionali, ciascuna necessaria nell’ambito suo proprio, senza che l’una possa sostituire l’altra.
Intento del Tavolo è di raccogliere le relazioni per farne una dispensa utile per quanti lavorano nell’adozione.

Giorgio Cavalli