News

“Io accolgo te come mio sposo/a”. Da quel giorno ciascuno di voi è diventato uomo/donna dell’accoglienza.

Domenica 28 maggio 2023 Famiglie per l’Accoglienza del Veneto ha organizzato una giornata di convivenza a Pellestrina, una delle isole delle laguna di Venezia. Riportiamo integralmente un articolo della rivista diocesana di Chioggia “La Nuova Scintilla” scritta da un amico che ha partecipato alla giornata.

“Quando si va a Pellestrina bisogna sempre prepararsi il cuore, perché possono accadere incontri imprevisti con la natura o con gli uomini. Pellestrina è un’isola singolare, dove occorre abbandonare i mezzi consueti e financo gli orari e ci si appresta allo spaesamento.

Credo sia questo che abbiamo percepito noi partecipanti alla giornata regionale dell’associazione Famiglie per l’Accoglienza [del Veneto] che dopo la mostra realizzata nella chiesetta di San Martino a Chioggia, ha scelto ancora la nostra laguna per il suo incontro.

Siamo qui mia moglie ed io in nome di un’antica amicizia con una donna bellissima, la nostra amica Betty, ritornata alla casa del Padre una decina d’anni fa. Lei ogni anno ci ricordava l’adesione alla associazione e ci faceva arrivare la tessera attraverso Sandro, suo marito. Un’opera di tam tam, di contagio fra persone che si vogliono bene e per questo si richiamano. Poi le cose umanamente passano e forse decadono… Ma Samuela, giovane amica nostra, quest’anno decide di portare la mostra dell’associazione fatta al Meeting di Rimini a Chioggia e questo a me e a mia moglie Luisa riattiva una memoria, ci tesseriamo nuovamente durante la mostra, acquistiamo il catalogo e ci accorgiamo che non è mai venuta meno la nostra amicizia con loro.

Ce lo dice anche Don Angelo lì nella chiesa di Ognissanti che ci accoglie in una beata giornata di sole nel giorno della Pentecoste: “Quello che Gesù ha vissuto ed è stato, resterebbe un fatto passato senza l’azione dello Spirito Santo. Quello a cui noi partecipiamo nella liturgia, resterebbe celebrazione esteriore senza lo Spirito suscitatore di vita. Di questo Spirito abbiamo bisogno perché il nostro cuore percepisca la propria consistenza e torni a vibrare in tutte le sue corde, come una chitarra interamente suonata. E’ grazia di immersione nella misericordia di Dio che permette di accogliere il diverso, l’altro da me. La Pentecoste è vivere ogni giorno come primo inizio, come l’arrivo in barca su quest’isola e il sole sul mare appena dietro il murazzo: oggi, ogni giorno, come non l’hai visto mai. Come la grazia degli apostoli dopo la Pasqua, e di tanti nella storia, e per noi in questa Pentecoste la grazia di una vita che risorge, avvenimento della sua Presenza, passo di salvezza per il mondo.”

Samuela, al termine della messa nella chiesa di Ognissanti, ci legge la commossa lettera del nostro vescovo. Egli ci ricorda che accogliere è un verbo che abbiamo già usato, pronunciato nel giorno del matrimonio quando ci siamo detti ‘io accolgo te come mia sposa, come mio sposo.’ “Da quel giorno ciascuno di voi è diventato uomo e donna dell’accoglienza… La famiglia cristiana è un luogo da cui l’amore esce per fecondare tutto quanto incontra… Vi affido all’intercessione di Maria che oggi pregherete nel santuario di Pellestrina in questo mese di maggio. Lei desiderava solo una vita semplice e normale con un uomo che amava e i figli che sognava di avere. Dio le ha chiesto altro, e lei ha detto sì a una maternità inedita, strana, meravigliosa ma anche drammatica. Lei è stata veramente donna dell’accoglienza.


Quattro grandi tende sono preparate per noi nel campo da calcio verde appena tirato. Lì grazie a Viviana, Maria e le loro truppe mangiamo una vera pasta allo scoglio che ci predispone bene all’ascolto della testimonianza di Cristina e Gabriele sposi da quasi 40 anni.

Cristina ci presenta due adozioni intercorse nella loro famiglia del tutto diverse: una bella e pacificante, l’altra controversa e difficile dove sono state attivate tutte le risorse possibili: quel riconoscersi coppia, quel sostenersi tra famiglie amiche quando non se ne può più (perché anche questo può avvenire e allora è il momento di prendersi cura l’uno dell’altro, riconoscere il bene che l’altro è per te e la possibilità di un lavoro su di sé).  Gabriele ci aiuta nel riconoscimento del proprio limite: ”Quando ci hanno detto che non potevamo avere figli, sono andato in crisi perché era un mio obiettivo”.

Alla fine avvicino i miei vecchi amici Licia e Marco Mazzi, lui per molti anni responsabile nazionale della associazione. É più o meno una vita che non ci si vede: avevamo fatto un campo assieme quando Lorenzo, il nostro primogenito, era poco più che in fasce. Oggi i nostri figli sono lanciati sulle strade del mondo, vorremmo raccontarci tante cose anche di loro, tutte ciò che è intercorso in questi anni in cui abbiamo vissuto pericolosamente ciascuno con quel che il buon Dio gli ha messo a disposizione in termini di opportunità e circostanze.

È come un riconoscimento che avviene: che è stato buono davvero quel che si è vissuto e la promessa del centuplo che ci era stata fatta si è compiuta. Ci ripromettiamo di continuare a vivere così e a fare ancor meglio, sempre senza rete”.

Scarica qui la lettera che il Vescovo di Chioggia Giampaolo Dianin ha scritto in occasione della giornata di convivenza a Pellestrina.