“Il miracolo dell’ospitalità”: la presentazione a Imola
L’accoglienza non è un fatto privato. Non è un’esperienza da confinare nelle case di famiglie e persone coinvolte. Sta nella sua stessa e intrinseca natura, fa parte della sua dinamica, la capacità di dilatarsi, di allargarsi ben oltre le mura domestiche e anche quelle associative, interessando e interpellando tutti. Politica compresa.
Lo si è capito bene sabato 12 settembre scorso quando, nell’ambito della Festa dei Giovani di Imola organizzata dall’associazione deSidera, davanti a oltre 200 persone è stata presentata la nuova edizione de Il miracolo dell’ospitalità di don Luigi Giussani. Un incontro ricco e intenso, che non si è limitato a illustrare un libro, ma ha reso evidente come l’accoglienza sia un bene per chi la vive e per tutta la comunità.
Luca Sommacal, presidente di Famiglie per l’Accoglienza, ha ricordato nel suo intervento introduttivo che l’ospitalità non è un gesto unidirezionale, quasi concesso dall’alto, ma un bene reciproco: “Aprendo la porta delle nostre case facciamo entrare un mistero che cambia la vita”. Richiamando le parole di don Giussani, Sommacal ha ripercorso tre passaggi fondamentali del libro: la condiscendenza, l’amore al dolore e il perdono della diversità, atteggiamenti che descrivono il cuore di ogni vera esperienza di accoglienza.
Le testimonianze che sono seguite hanno dato corpo e concretezza a queste parole. Maria Grazia, madre affidataria insieme al marito da circa quindici anni, ha raccontato come abbia imparato in questo tempo quanto l’accoglienza sia totalizzante: coinvolge tutta la vita, a partire dall’accogliere sé stessi e la propria storia. Un’esperienza non priva di fatiche, ma resa possibile e sostenibile dall’amicizia con le famiglie dell’associazione, una compagnia che continua a sostenerla nel cammino.
Alessia, con semplicità, ha condiviso la sua esperienza di ragazza accolta alla Casa d’Accoglienza San Giuseppe Santa Rita di Castel Bolognese (che fa parte dell’opera di Casa Novella). In quel luogo ha trovato un bene per sé e per suo figlio: la vicinanza di figure di riferimento come la responsabile Adele Tellarini, l’accompagnamento in un percorso verso l’autonomia, la possibilità di vivere momenti di bellezza e vacanze insieme a tante famiglie.
Un momento particolarmente significativo è stato poi il contributo di due rappresentanti politiche della Regione Emilia-Romagna, Manuela Rontini (sottosegretario alla presidenza) e Valentina Castaldini (consigliere regionale). Pur appartenendo a schieramenti opposti, hanno raccontato come, partendo da una conoscenza reciproca inizialmente difficile, sia stato possibile imparare a stimarsi e accogliersi, arrivando a costruire un’amicizia che consente di lavorare insieme per il bene comune, nel rispetto dei ruoli distinti tra chi fa parte della maggioranza di governo regionale e chi dell’opposizione. Rontini ha condiviso in particolare di essere rimasta colpita dall’idea di un “amore senza remore” raccontato nelle pagine del libro e dall’amicizia tra famiglie come segno concreto di comunità.
L’incontro ha mostrato che l’accoglienza, come ricordava don Giussani, è davvero un “miracolo”: un’esperienza che trasforma chi la vive e che diventa segno di speranza per tutti (Giovanni Bucchi).
