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“In cammino per una pienezza”. Una giornata di amicizia e accoglienza

Domenica 5 ottobre a Trento si è svolta la giornata di inizio dell’Associazione Famiglie per l’Accoglienza del Trentino-Alto Adige, presso la scuola “Sacra Famiglia”. Questo il racconto di Marino.
La mattina di domenica, mentre scendevamo in macchina verso Trento, ho chiesto a Milady di spiegare all’amico Sumer, in Italia da pochi mesi, come si sarebbe svolta la giornata che ci attendeva.
La risposta è stata “ci aspetta un gruppo di amici e famiglie che vivono l’accoglienza, la stessa che tu hai vissuto ad esempio con Marino e gli amici del CSO in questo ultimo mese”.
Quelle parole descrivevano perfettamente anche ciò che io ho vissuto io in questi ultimi anni con amici dell’Associazione Carlo, Elisa, Giogio, Marco, nell’accompagnamento a mia madre Miriam.
Dopo i saluti la giornata ha preso l’avvio con il gesto del Pellegrinaggio “In cammino per una pienezza”, che con semplicità ci ha visti fare il percorso insieme, bambini, ragazzi, genitori, nonni, aiutandosi a salire la ripida strada che ci ha portati nella parte alta del parco della scuola.
Siamo partiti, ciascuno con il proprio stato d’animo, forse appesantito da diverse fatiche personali, ma in questa compagnia tutto è stato lentamente trasformato in una possibilità di abbandono e di letizia che non ci saremmo mai aspettati.
Questo semplice gesto del pellegrinaggio esprime bene il fatto che l’ impeto più vero dell’uomo è la mendicanza: Vieni Signore, che vuol dire “Fatti riconoscere da me, fa che io Ti riconosca, fa che io aderisca a Te, fa che io Ti accolga, fa che io ti ospiti, fa che io Ti comunichi a tutto il mondo”
Attorno alla tavola comune abbiamo condiviso il mangiare insieme, ritrovandoci o conoscendoci per la prima volta e questo ha fatto sentire a tutti il calore e la concretezza di questa compagnia.

Nel momento di dialogo del pomeriggio sul Filo rosso 2025-2026 — la traccia per il lavoro personale proposta ogni anno dalla nostra associazione —, attraverso il racconto reciproco sono emerse in modo concreto le modalità con cui la vita interpella ciascuno di noi: dalla scomparsa della socia fondatrice Lia, all’accompagnamento dei ragazzi affidati che iniziano a percorrere la loro strada in autonomia, fino alla cura dei familiari anziani e al vivere l’accoglienza reciproca tra gli sposi.
La possibilità di guardare a sé e all’altro come a un dono permette di riconoscere che, se siamo stati creati così diversi — uomo e donna —, ci sarà un buon motivo. Non si tratta quindi di cambiare sé o l’altro, ma di vivere una profondità dei legami, con l’ipotesi di una bellezza ancora da scoprire.
La ricchezza del dialogo che abbiamo vissuto invita ora a riprendere e a custodire ciò che abbiamo scoperto insieme.
A conclusione di questo breve racconto, riporto il passaggio delle meditazioni lette durante il pellegrinaggio che più mi ha colpito, tratto dal discorso di Papa Leone XIV all’udienza generale del 28 maggio scorso:
“La compassione si esprime attraverso gesti concreti. L’evangelista Luca indugia sulle azioni del samaritano, che noi chiamiamo “buono”, ma che nel testo è semplicemente una persona: il samaritano si fa vicino, perché se vuoi aiutare qualcuno non puoi pensare di tenerti a distanza, ti devi coinvolgere, sporcare, forse contaminare; gli fascia le ferite dopo averle pulite con olio e vino; lo carica sulla sua cavalcatura, cioè se ne fa carico, perché si aiuta veramente se si è disposti a sentire il peso del dolore dell’altro; lo porta in un albergo dove spende dei soldi, “due denari”, più o meno due giornate di lavoro; e si impegna a tornare ed eventualmente a pagare ancora, perché l’altro non è un pacco da consegnare, ma qualcuno di cui prendersi cura”. Cari fratelli e sorelle, quando anche noi saremo capaci di interrompere il nostro viaggio e di avere compassione? Quando avremo capito che quell’uomo ferito lungo la strada rappresenta ognuno di noi. E allora la memoria di tutte le volte in cui Gesù si è fermato per prendersi cura di noi ci renderà più capaci di compassione”.

Marino con Michele e Milady