Famiglie per l’Accoglienza – Lombardia – Milano

La presenza dell’Associazione in Milano inizia con la sua stessa nascita, il 18 maggio 1982. In seguito si è diffusa capillarmente in diverse zone della città e poi a Varese, Busto Arsizio/Legnano, Saronno, Monza/Brianza, Magenta, Abbiategrasso e Pavia.
Oggi, in Milano e provincia, l’Associazione conta oltre 400 famiglie socie, di cui circa 200 attivamente coinvolte nella vita associativa.

Ogni anno l’Associazione promuove corsi di introduzione all’adozione e all’affido, guidati da famiglie con esperienza di accoglienza, con lo scopo di aiutare le coppie interessate ad approfondire le motivazioni che le spingono ad intraprendere la sfida dell’adozione o dell’affido.

Le famiglie dell’Associazione, inoltre, vengono accompagnate nel loro cammino attraverso incontri di mutuo aiuto, solitamente organizzati con cadenza mensile e secondo le varie tipologie di accoglienza vissuta. A disposizione dei propri soci, l’Associazione offre anche servizi di segretariato sociale e consulenze professionali in campo sociale, psicologico, pedagogico e legale; e prevede anche la possibilità di sostenere le famiglie meno abbienti, attraverso un Fondo di Solidarietà.

Incontri pubblici, inoltre, vengono proposti durante l’anno, con la finalità di promuovere in città e nell’hinterland la cultura dell’accoglienza, in particolare approfondendo i temi legati al lavoro sul percorso proposto dal Direttivo nazionale a tutta l’Associazione.

Numerose famiglie dell’Associazione si sono impegnate negli ultimi anni anche nel rapporto con le istituzioni: sono operative collaborazioni con i Servizi sociali del comune, con alcune ASL della città di Milano e con la Regione Lombardia.

Attraverso gli incontri pubblici, i corsi di introduzione all’adozione e all’affido, i servizi e le diverse forme di convivenza sono state poco meno di un migliaio le persone finora avvicinate.

Oggi, in Milano, sono oltre 100 i minori accolti dalle famiglie dell’Associazione; una ventina sono i ragazzi e gli adulti ospitati per motivi di studio e lavoro, le ragazze madri e i parenti di malati ospedalizzati; una decina, infine, le famiglie che accolgono in casa familiari anziani.

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