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Devi avere un cuore grande e imparare a gridare a Dio che ti doni tutto

Sono stata, insieme ad altri genitori amici,  all’incontro a Genova con Silvio Cattarina e tre ragazze della comunità ‘L’Imprevisto’ di Pesaro.

Silvio-Cattarina-quadrato Il racconto di esperienze dolorose, (molte sono storie di dipendenza da droga) e di naturali ricadute, del vuoto  dei ragazzi e del dolore dei genitori è stato subito illuminato dal ricordo di uno sguardo positivo: quello dei volti della comunità che ha abbracciato tanti ragazzi e li ha fatti sentire a casa, li ha accolti e li accoglie per quello che sono e non per quello che hanno fatto.

Anche Silvio, all’inizio, era convinto di poter fare qualcosa per queste persone, spinto dalla ‘mania di perfezione’, col desiderio di risolvere i bisogni dell’altro, ma nel rapporto quotidiano con i ragazzi ha riscontrato che il bisogno del suo cuore è uguale al loro.

Sono rimasta colpita dal fatto che il vero problema non sia la droga, non sia il fallimento, non siano le strategie terapeutiche : ognuno di noi ha lo stesso bisogno infinito di essere amato, e di essere felice.

Quello che ci fa soffrire nel presente è che non riconosciamo nella realtà la chiamata che viene fatta alla nostra vita.
Chi cammina spedito, perché forse segue una traiettoria più lineare, o chi cammina “storto” per qualsiasi problema gli sia capitato, desidera una misura diversa per vivere.

Questo racconto  ha ridestato il desiderio del mio cuore, mi ha fatto ripensare alle domande e alle attese che ho verso i miei figli, i miei amici, ma soprattutto verso di me e  ha fatto nascere la curiosità di leggere il libro che ho iniziato e che vi consiglio:
“Torniamo a casa – L’imprevisto: storia di un pericolante e dei suoi ragazzi” (Silvio Cattarina, Edizioni Itaca).

Daniela D.