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Kiev-Bergamo-Milano. Un’accoglienza familiare internazionale e una nuova amicizia

Grazie all’associazione Russia Cristiana, è nata quest’estate un’amicizia nel segno dell’accoglienza tra le comunità ortodosse russo-ucraine della Lombardia e di Kiev e Famiglie per l’Accoglienza. E a Milano un nuovo incontro

Un’accoglienza familiare internazionale per dare una nuova speranza ai bambini delle zone di guerra. La spinta è venuta dall’esigenza, suggerita da alcuni amici ucraini, di poter offrire un periodo di riposo e rigenerazione ai bambini del Donbass, fuggiti a Kiev con le loro famiglie, o rimasti orfani a causa della guerra che strazia quella regione. A Kiev alcuni ortodossi amici di Russia Cristiana hanno accolto queste famiglie offrendo loro un’amicizia e una solidarietà fattive. E’ nato così il progetto “Deti Nadezhdy” (“Figli della Speranza”).

Attraverso l’amicizia di Russia Cristiana, Famiglie per l’Accoglienza è stata interpellata per poter offrire un soggiorno estivo ad alcuni di questi bambini. A inizio estate 8 bambini hanno potuto fare esperienza di un’accoglienza familiare in Italia, in uno scambio umano che ha arricchito innanzitutto le famiglie ospitanti, cinque a Bergamo e tre a Milano. Le famiglie d’origine di questi bambini hanno poi raccontato come questa loro esperienza abbia portato loro, al ritorno dei figli, una più grande serenità e speranza per il futuro. Anche le famiglie d’origine sono entrate in un legame positivo con amici italiani là residenti.

Ora padre Amvrosij, parroco a Milano della comunità ortodossa, che raccoglie famiglie russe, ucraine e moldave, ha voluto proporre il rilancio di questa esperienza anche a possibili famiglie immigrate ospitanti, dentro ad un’amicizia fattiva di sostegno reciproco con le nostre famiglie di Milano e Bergamo che già hanno avviato l’esperienza. E’ un segno grande di quello che può fare l’accoglienza praticata: la fioritura inattesa è stata una nuova amicizia tra cattolici e ortodossi desiderosi di tradurre la loro fede in esperienza di vita, capace di accogliere le differenze e di rispondere alle divisioni generate dalle guerre.

IMG-20150927-WA0024_resized (1)Domenica scorsa (27.9) padre Amvrosij e la sua comunità hanno ospitato nella loro chiesa alcuni soci di Famiglie per l’Accoglienza, insieme a monsignor Francesco Braschi, Dottore della Biblioteca Ambrosiana e Direttore della Classe di Slavistica dell’Accademia Ambrosiana, e a don Paolo Polesana, sacerdote di Russia Cristiana a Seriate e Bergamo.

Mons. Braschi ha commentato la giornata in una lettera indirizzata agli amici dell’associazione:  “Carissime e carissimi, vi ringrazio di cuore per il dono della vostra presenza, oggi. E anche per me, vi assicuro, oggi ha il sapore di un nuovo inizio. Ne parlavo con don Paolo, tornando verso l’Ambrosiana. Anche per noi personalmente, e per Russia Cristiana, in questa richiesta così accorata da parte di p. Amvrosij, non solo per i bambini da accogliere, ma per una amicizia che diventi “scambio di ricchezze” e aiuti questi nostri fratelli a sentirsi a casa in Italia, mi sembra davvero una vocazione che ci viene consegnata da Cristo. Sono certo che non ci viene chiesto un “peso” in più da portare, ma la condivisione di uno sguardo nuovo su noi e sulla realtà tutta”.

E Fiorenza ha poi scritto: “Cari amici che dono inaspettato e grande la giornata di oggi. Ho risposto in due parole a Tiziana quando mi ha chiesto della mia passione per il russo, ma é una storia lunga e ricca. E nemmeno avrei immaginato figli dalla Russia … Io che la domenica pomeriggio faccio il pisolino oggi ero felice di essere li, di poter scambiare due parole anche in russo. Quel russo che ho iniziato a studiare quando avevo 19 anni e sono arrivata a Seriate. Desidero esserci in occasioni come queste perché intuisco un bene per me”.

Giorgio ha risposto: “Grazie Fio, questa tua commozione la sento anche dentro di me. In un momento di oggettiva fatica che io e mia moglie attraversiamo nel nostro cammino familiare, inaspettatamente l’incontro di oggi mi ha ri-chiamato a partecipare di questa bellezza che ci investe e rispetto a cui cresce ogni giorno di più la mia coscienza di essere inadeguato. In questi anni ho ripreso a frequentare un corso di russo e forse anche questo mi dice qualcosa, oltre alla grande domanda che mi porto sul destino del popolo russo da quando siamo andati io e Daniela a prendere i nostri figli, in quel gelido febbraio del 1998. Ora stanno per compiere 21 anni, proprio nel giorno dedicato ai Santi Arcangeli, che sono oggetto speciale di devozione della Chiesa ortodossa”.