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Elisa: “Riconoscere la ricchezza che c’è tra noi e nel nostro incontrarci”.

Domenica 10 giugno le famiglie di Pavia e provincia si sono trovate per l’incontro conclusivo dell’anno sociale. Don Simon: “In chiesa si fanno bei discorsi, ma voi vivete il cristianesimo in prima linea ed emergono tanti problemi; voi vivete anche momenti belli e siete felici”.

Come da alcuni anni, siamo ospiti da una famiglia. Nella loro cascina, sotto un bel portico, si imbandisce una grande tavolata e Ilda prepara gustose pizze e focacce nel suo forno a legna.
Abbiamo festeggiato il compleanno di due nostri ragazzi e don Simon che ha partecipato ai nostri incontri nei 5 anni in cui è rimasto in Italia a studiare e che il prossimo mese tornerà in Tanzania.

In particolare, don Simon ci ha detto che ha conosciuto Famiglie per l’Accoglienza attraverso Ilda ed Alessandro da cui si è sentito accolto, lui che è straniero, quando è arrivato in Italia. Dio gli ha dato una famiglia “vicina”. Non aveva mai sentito parlare o conosciuto in Africa un’esperienza simile a Famiglie per l’Accoglienza e dice di essersi sentito come ripagato, “a casa”. Come sacerdote crede che gli sarà utile da un punto di vista pastorale quando tornerà nel suo Paese: “In chiesa si fanno bei discorsi, ma voi vivete il cristianesimo in prima linea ed emergono tanti problemi; voi vivete anche momenti belli e siete felici”.  Questa felicità è stata raccontata anche nelle testimonianze vissute o ascoltate quest’anno. A Natale, la comunità di Comunione e Liberazione di Pavia ha partecipato alla nostra festa proprio perché: “Le coppie che vi frequentano sono più serene, più aperte, più felici, e noi vogliamo imparare a vivere così: siete un punto a cui guardare”. Quest’anno si sono aggiunte al gruppetto alcune famiglie giovani – una ci ha scovato attraverso internet – e anche questo è stato un aspetto positivo, per condividere insieme un tratto del cammino giovani e meno giovani, cosa che non è scontata.

In passato ci è stata richiesta la disponibilità per due accoglienze e nessuno si era offerto, mentre quest’anno, di fronte ad una richiesta, tre famiglie si sono offerte. Questi e altri spunti ci hanno permesso di riconoscere la ricchezza che c’è tra noi e nel nostro incontrarci che, se anche solo a cadenza mensile, è un luogo dove “uno si sente accolto”.

Elisa