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“Presi per mano e condotti là dove non avremmo mai pensato di andare”

Magenta, Festa della Famiglia: la bellezza dell’accoglienza raccontata a tutti in una domenica al parco.

Al Tavolo Affido del Magentino – a cui partecipo rappresentando Famiglie per l’Accoglienza, accanto a realtà pubbliche e del privato sociale – è stata offerta la possibilità di realizzare un momento di sensibilizzazione su affido e prossimità familiare all’interno della prima edizione della Festa della Famiglia ideata dall’amministrazione comunale di Magenta.

Quando abbiamo cominciato a preparare l’evento, svoltosi poi il 16 settembre, era la fine di giugno, così i preparativi hanno attraversato tutta l’estate, nel coinvolgimento operativo di tutti i partecipanti al Tavolo in un lavoro che è andato dai dettagli organizzativi, come l’allestimento di uno stand e di significativi e coloratissimi cartelloni, alla condivisione dei contenuti e delle scelte fondamentali in preparazione del momento di testimonianza delle famiglie affidatarie. Collaborare a questo lavoro ha fatto emergere di più la ricchezza che ciascuno poteva portare e la capacità di una valorizzazione reciproca.

Ne è scaturita una mezza giornata nel bel Parco di Casa Giacobbe sull’accoglienza familiare semplice ed incisiva, da cui tutti i presenti – prima di tutto noi che l’abbiamo preparata e organizzata superando anche qualche inevitabile imprevisto e difficoltà – sono stati positivamente colpiti, particolarmente ascoltando le tre famiglie, provenienti da diverse reti di auto aiuto tra famiglie affidatarie o da reti di famiglie coordinate da operatori. Le tre coppie sono state invitate a raccontare la positività e la ricchezza delle loro esperienze di accoglienza, in un dialogo umanissimo e molto concreto, efficacemente condotto dal giornalista Luciano Piscaglia.

Lucio ed io abbiamo portato la nostra esperienza di affido conclusasi nel 2016 – racconta Alessandra – e dalla quale ha avuto origine il nostro sì all’accoglienza, ancora in corso, di una bimba meravigliosa di 6 anni. Per noi è stato emozionante condividere quanto ci è accaduto, ripercorrerne il perchè e soprattutto offrire lo sguardo nuovo sul mondo che ne è nato. È stato altrettanto emozionante ascoltare Marco e Cecilia raccontare di come, ancora sposini, abbiano aperto le porte di casa e si siano sentiti genitori proprio nel momento in cui F., il bimbo in affido, li ha chiamati mamma e papà. È stato toccante vedere la timidezza e la titubanza con cui Oscar e Daniela hanno parlato dell’accoglienza nel weekend di una bimba rumena la cui mamma lavora in un centro commerciale. [… ] Prima di testimoniare mi avevano confidato che un loro amico li aveva quasi “costretti” a partecipare a questo incontro e a parlare davanti a tanta gente. Quel loro piccolo “sì ” racchiude tutto il mistero e tutta la bellezza dell’accoglienza: si accoglie un altro per poi trovarsi presi per mano e condotti là dove non avremmo mai pensato di andare.”

Nei giorni successivi ho raccolto i commenti commossi di molte persone, e qualcuno ha cominciato già a immaginare strade nuove per dilatare il racconto dell’accoglienza.

Vittoria Pituello