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L’origine nell’adozione

Sabato 23 novembre, pomeriggio, nella parrocchia Regina Mundi di Nichelino (TO) il secondo incontro con a tema l’origine dei figli, in collaborazione con AiBi, Amici don Bosco e AdottiAmo. Un centinaio di persone sono venute ad ascoltare Simona Sarti, Assistente Sociale al Centro Salute Mentale dell’Asl di Bologna e componente del nuovo consiglio nazionale di Famiglie per l’Accoglienza, eletto lo scorso fine settimana.

Simona inizia, come sempre, raccontando della sua passione per i figli adottivi e per il mondo dell’adozione in generale, tanto da farne argomento della sua tesi di laurea grazie ad un maestro, il prof. Salvatore Grimaldi, psicoanalista, che le ha consigliato di approfondire il tema della ricerca dell’origine dei figli adottivi, che in Italia non era ancora stato affrontato. Simona racconta: “Ho incontrato e intervistato diciassette persone adottate, alcune sono tornate nel paese d’origine altre no, perchè in realtà non c’è un momento giusto, non c’è un tempo definito. I tempi li decidete voi, con i vostri figli e in base alle loro storie”.

Ci racconta della sua amicizia con Devi Vettori e del suo blog in cui lei, figlia adottiva, racconta questa ricerca e “quell’altrove emotivo, quella storia che è in noi e ce la portiamo scritta dentro” per dire che ogni figlio è diverso, elabora pensieri a volte espressi, altre no, è proprio questo è un punto interessante.

I figli guardano più le reazioni che le parole in risposta a domande tipo “quando possiamo tornare nel mio Paese d’origine?”, per capire se i genitori hanno accolto tutto di loro, anche quell’origine che è un buco nero. Ma, come tale, in realtà “non è un buco vuoto, ma pieno di materia, di una matassa che voi insieme ai vostri figli dovete provare a srotolare per trovarne il capo”. “Noi genitori siamo custodi temporanei di questi figli, della loro vita e siamo quel porto sicuro in cui possono tornare per digerire quello che portano dentro”. E ancora: “Ognuno ha i suoi tempi. L’importante è che i figli abbiano sempre un canale per far passare quello che hanno dentro e che voi genitori abbiate il cuore aperto rispetto a quello che vorranno fare. I figli hanno un cuore grande per accogliere tutti i genitori, sanno discernere quello che gli fa bene o male”.

“Ho partecipato al Seminario Legàmi adottivi del 9 novembre a Firenze, in cui un gruppo di figli adottivi diventati adulti si è posto questa domanda: noi rimarremo per sempre figli adottivi? Un figlio naturale prima o poi diventa adulto, noi rimarremo adottivi anche a novant’anni?”

E così anche per i genitori adottivi? questa la domanda che pone Simona, quasi come sfida al gruppo presente all’incontro. “Penso anche che questi figli siano più artisti di altri, per necessità infatti devono sviluppare quella parte del cervello da artista perchè, spesso, la loro modalità di comunicazione non può essere la parola, così devono trovare altri canali. E attraverso quel canale artistico dicono tante cose. E a noi tocca entrare in sintonia con il loro modo di comunicare. L’importante è avere un luogo dove poter fare i conti, in cammino, per non chiudersi. Mai da soli! Nessuno è capace di sostenere all’infinito un peso o una fatica grande, c’è bisogno di un luogo che sostiene innanzitutto me”.

Per questo è nata Famiglie per l’Accoglienza, ormai trentasette anni fa, e l’incontro di oggi è stato nuovamente occasione di questo sostegno reciproco. Grazie a Simona e alla sua passione per il mondo dell’adozione!