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“Tutto sarà per un bene”

Daniela, presidente di Famiglie per l’Accoglienza di Bergamo, una delle zone italiane più ferite dall’epidemia di Coronavirus, racconta in questa testimonianza come sta vivendo questo difficile momento.

In questo tempo tanti amici di Famiglie per l’Accoglienza, un po’ da tutta Italia, mi hanno chiamata per sapere di noi, compagni nel dolore della nostra terra e stretti a noi nella preghiera, e questo è stato l’evidenza di essere abbracciati da una storia grande che ci porta.

Ci siamo spesso consegnati nel gruppo del Direttivo con le nostre preoccupazioni, le paure, lo sgomento davanti a tanto dolore, abbiamo portato nel cuore le domande di ciascuno e mi sono resa conto che abbiamo proprio bisogno di farci veramente compagnia dentro ciò che ci è chiesto. Innanzitutto l’esperienza della paura, che ci ha colti tutti.

Io l’ho vissuta nell’esperienza della nonna che abbiamo in casa e che ha contratto il Covid-19. La paura nel lasciarla in ospedale non sapendo nulla; la paura alla sua dimissione, ancora positiva e molto debilitata, con il suo stato esasperato di agitazione che dava sfogo ai giorni di isolamento e al fondo al terrore della morte. E la paura negli occhi di F., il timore per il mio contagio, perché non potessimo farcela, per quello che ci era dato. E in tutte queste paure tutta la mia giornata è divenuta obbedienza e domanda, domanda del Signore, supplica e affidamento come il nostro vescovo ci ha accompagnato a vivere. E Lui ci guarda.

Che volto ha preso l’accoglienza in questo tempo?

Per me ha preso il volto dello stare davanti alle persone vicine e lontane guardandole e ascoltandole. Uno sguardo pieno di speranza a tutti, alla nonna, ai figli blindati in ogni dove, al mio nipotino, ai parenti bisognosi di essere rassicurati, agli amici con le loro sofferenze, le loro perdite, il loro dolore, le loro fatiche. La vita pullula di chiamate e videochiamate per fare spazio all’altro, pur nei ritmi convulsi. Anche la didattica a distanza si è riempita di questo sguardo e nel collasso generale delle tecnologie più disparate io desidero guardare i miei alunni e i loro genitori, così carichi di domande.

Riguardo alla forma assunta dalla compagnia alle nostre famiglie, chiusa dentro i muri di casa non ho potuto non raggiungerle personalmente per telefono e via whatsapp. Avevo voglia di sentirle e di sapere come stavano. Abbiamo bisogno di mantenere il filo dei nostri legami e di continuare ad aiutarci. Non riesco a dire: “Andrà tutto bene”, non mi basta. Sono certa invece che “Tutto sarà per un bene”, tutto ci porterà un bene più grande.