News

Aprirsi all’affido familiare, un’esperienza avvincente

Il racconto del corso di introduzione all’affido svolto a Varese

Con il terzo e quarto incontro si è concluso il corso sull’affido organizzato da Famiglie per l’Accoglienza di Varese che, nell’arco dei 4 appuntamenti programmati, ha approfondito in un percorso anche sequenziale i temi più rilevanti per coloro che hanno il desiderio di intraprendere la strada dell’affido familiare.

Il terzo appuntamento ha visto protagonista Simona Pigati, psicologa, per diversi anni al lavoro presso il Servizio pubblico di tutela minori, madre affidataria e oggi volontaria presso l’associazione Famiglie per l’Accoglienza. La sua è stata una testimonianza molto utile perché ha coniugato l’esperienza “professionale” a quella “personale”, di chi cioè ha aiutato le famiglie ad affrontare i temi connessi all’accoglienza e di chi, allo stesso tempo, l’ha vissuta sulla propria pelle. Tanti gli spunti emersi dalle parole della dott.ssa Pigati. Uno, in particolare, è relativo ai tempi che sono necessari perché bambini e ragazzi in affido inizino a fiorire in un rapporto con i loro genitori affidatari. I tempi non sono quelli che una coppia potrebbe immaginarsi. “Ho visto storie di famiglie che sono diventate dolorose perché non hanno dato ai loro figli il tempo di cambiare. E invece occorre sapere aspettare; le risposte arrivano con il tempo e spesso non sono quelle che i genitori si aspettano sulla base delle loro idee iniziali”.

Nel quarto appuntamento sono stati ospiti Tiziana Camera, madre affidataria e responsabile dell’area affido delle Famiglie per l’Accoglienza di Milano, e Norman e Silvia Tasca, coppia di genitori affidatari. In questo incontro è emerso soprattutto il grande valore che hanno le reti fra famiglie. Reti come  frutto di rapporti che crescono fra persone che vivono la stessa esperienza, ma anche dell’evoluzione dell’istituto stesso dell’affido che per sua natura è fatto di concertazione. “Pensare di intraprendere un’avventura come l’affido senza intorno una rete di persone sarebbe come andare a scalare in montagna con le scarpe con i tacchi” – ha detto Tiziana Camera. Concetto questo reso evidente dalla storia di Silvia e Norman che proprio perché in cammino dentro un’associazione che li ha accompagnati passo dopo passo hanno atteso per anni, senza assillo ma con una certezza di fondo, che si concretizzasse una possibilità di affido. “Perché è grazie a un fiume cui appartieni e che ti porta con sé che impari ad essere disponibile e a dare concretezza ad una promessa di bene che intuisci quando inizi un cammino nell’Associazione” hanno detto i due coniugi.