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“Non come ma quello”: un guadagno personale per tutti

Un sabato sera di fine settembre Roberta invita a casa sua tutti gli amici trentini che a diverso titolo si sono coinvolti nell’avventura della mostra per i 40 anni di Famiglie per l’accoglienza, presentata al Meeting di Rimini 2022, per farsi raccontare ciò che ognuno aveva vissuto.
Lei aveva promosso con alcuni amici l’adesione a spendersi come volontari per i vari bisogni della mostra (banchetto libri, guide mostra), e il marito Rossano aveva partecipato assiduamente per molti mesi al gruppo nazionale che ha pensato e preparato nei dettagli la mostra, per realizzarne il contenuto e la modalità di svolgimento; ma la mattina della partenza per Rimini, Roberta scopre di essere positiva al Covid; dopo anni di partecipazione al Meeting sono costretti a rimanere a casa; decisione certamente sofferta, ma sostenuta dalla docilità con cui Rossano stava davanti all’ennesimo imprevisto, come se in lui trasparisse quella speranza di cui parla Montale : ‘’Un imprevisto è la sola speranza” (da ‘Prima del viaggio’ di E. Montale).
In molti accettano l’invito, qualcuno si collega da remoto e altri mandano il contributo scritto. Tutti raccontano ciò che hanno sperimentato e cos’è rimasto una volta tornati a casa. Chi ha detto si per una stima e gratitudine e si è trovato nel “gruppo trentino dei carpentieri”, facendo magari tutt’altro mestiere, ma unito e commosso dalla familiarità con chi era coinvolto anche di altre regioni, con la consapevolezza di costruire una “cattedrale” che raccontasse un popolo e una storia preziosa innanzitutto per sé e poi per tutti.

I volti di chi usciva commosso dalla mostra, i dialoghi con gli artisti che hanno incontrato le famiglie e poi, ciascuno a proprio modo, ha rappresentato come il proprio cuore è rimasto colpito. Persone che niente avevano a che fare con questa esperienza hanno dato un aiuto a rileggere aspetti, che da dentro non si vedono più, sia nella propria vita che in quella dell’associazione, e a recuperare quell’origine che un Altro ha donato. E’ evidente che l’esperienza dell’accoglienza e il desiderio di compagnia è proprio per tutti e non solo per chi è disponibile ad aprire la propria casa ad affidi ed adozioni.

Condiviso da tutti quelli che hanno partecipato a questa serata di giudizio è stato un GRAZIE rivolto a chi ha dato il proprio apporto alla mostra e l’ha resa possibile, non solo perché hanno dato il loro tempo, ma soprattutto perché si è vista in loro una convenienza nel farla e in come l’hanno testimoniata.
Il seguire quanto veniva proposto rendeva più semplice l’essere lì ed essere presenza.
La frase di don Giussani “Ci si muove per amore di qualcosa che accade ora” si è concretizzata nel “sì” detto da molti, sintomo di un cuore che pulsa e che suscita simpatia e amicizia anche per gente mai vista.
Quanto vissuto in quei giorni è poi rimasto ed ha cambiato il quotidiano una volta rientrati a casa e quella struttura così particolare, fatta di legno e viti, sembrava dimostrare come anche ciascuno di noi può essere “vite” che, senza fare cose eclatanti, contribuisce a tenere insieme il disegno di Dio. Anche in chi è solo passato di lì o ha dato una sola ora del proprio tempo, così come in chi l’ha costruita o è stato presente tutta la settimana, è rimasta la certezza di aver fatto un passo insieme verso il compimento del proprio destino.

Marta (Trento)