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L’accoglienza riempie di felicità me ed i miei confratelli

Sabato 1 Aprile si è svolta una giornata di convivenza della Svizzera Romanda presso l’Abbazia di Hauterive a Posieux, nel Canton Friburgo.

Il monastero di Hauterive ci accoglie nella persona di padre Hermann Joseph in una giornata talmente fredda che fa pensare più al Natale che al tempo di Pasqua che stiamo vivendo. Ma la Svizzera riserva spesso queste sorprese, ormai lo sappiamo!

Padre Hermann ci porta subito nel chiostro del monastero, dove ci fa alzare lo sguardo alle volte che abbracciano questo luogo da quasi un secolo di storia. E mentre racconta in modo vivo e intenso lo stile di vita semplice dei monaci cistercensi che abitano qui, viene facile immaginarli
passeggiare nel giardino, vederli meditare in silenzio e poi ritrovarsi insieme a fine giornata davanti alla statua della Madonna per pregare il
Salve Regina per la pace di ogni uomo e del mondo intero.
Abbiamo poi l’occasione di potere partecipare alla preghiera dell’ora sesta con la comunità dei monaci e mentre si susseguono letture e orazioni, mi commuove il pensiero di come tutta la loro giornata sia scandita da momenti di preghiera comune, offerta per ognuno di noi. Lascia davvero senza parole e fa bene al cuore che ci siano luoghi dove questo accade da secoli; luoghi in cui, in ogni ora della giornata, senza clamore e senza fare notizia, ogni uomo è custodito e accompagnato nella preghiera. E anche il lavoro quotidiano dei monaci costituisce un luogo di solidarietà con
l’umanità intera, chiamata a portare la creazione al suo compimento e a santificare il tempo per la più gran gloria di Dio, come recita la regola di San Benedetto a cui la comunità si ispira.

Questo anche il senso profondo dell’accoglienza che, come dice sempre padre Hermann, riempie di felicità lui e i suoi confratelli ogni volta che dei pellegrini arrivano qui desiderosi di conoscere e condividere questa esperienza di vita. E a testimoniare questa grande vocazione all’accoglienza che è un intero settore del monastero che è stato adibito a foresteria e dispone di una trentina di camere dove singoli, coppie o famiglie possono soggiornare per qualche giorno di ritiro spirituale.

I monaci condividono anche il frutto del loro lavoro: si possono acquistare infatti alcuni prodotti in un piccolo negozio che non è solo un luogo in cui potere fare acquisti, ma costituisce per i monaci un’altra occasione di incontro con quanti arrivano qui a visitare l’abbazia.

Per le nostre famiglie che vivono l’esperienza dell’accoglienza in diverse forme è certamente stato un momento di scambio autentico: questi monaci ci testimoniano che la fede non è una questione di forza o di capacità, ma piuttosto un dono che possiamo mendicare anche noi con povertà di spirito, come padre Mauro Lepori, abate generale dell’ordine cistercense, sempre sottolinea nei suoi interventi.

In questo luogo che nasce come monastero di clausura abbiamo incontrato uomini che, nella preghiera continua e quasi senza misura, vivono una passione concretissima per il mondo intero. Sono i testimoni di una fede che, fissando continuamente gli occhi a Cristo, si prende cura di ogni uomo, disegnando un orizzonte e indicando una strada anche per ciascuno di noi.