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“Ecco la grande, straordinaria potenza di libertà insita nel limite!”

“Libertà, fragilità, desiderio. I passi dell’accoglienza e della famiglia.” E’ uscito il Quaderno n.77 che raccoglie due dialoghi di Famiglie per l’Accoglienza con il prof.Cesare Cornaggia.

Nel Quaderno n.77 di Famiglie per l’Accoglienza sono raccolti i due incontri che il prof. Cesare Maria Cornaggia, psichiatra e docente presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, ha tenuto per Famiglie per l’Accoglienza.
Il primo a Pacengo il 13 novembre 2022 in occasione del seminario nazionale dell’Associazione.
Luca Sommacal ha richiamato come “il mistero della libertà di chi accogliamo si intreccia da una parte con la fragilità (…) e dall’altra con un sincero desiderio di bene.”
Il prof. Cornaggia ci rimanda al fatto che “la spinta all’accoglienza è la risorsa che ci caratterizza, ma il dire di sì ad un altro e accoglierlo nella propria vita, è da fare sapendo di dover rispettare la sua libertà anche quando questa può essere fonte di sofferenza (…).
A me sembra che questo abbia molto a che fare con il bisogno di non controllare più la realtà, e quindi di entrare nella verità della realtà, perché la verità della realtà è che noi non la controlliamo, e in qualche modo mi sembra che abbia a che fare con una parola, che sono timido a dire, ma che mi sembra che possa essere, che è la verginità; cioè dico si a qualcosa che in fondo non controllo, che seguo, che non diventerà mai mio, nel senso di possesso. Questa credo che sia la vera debolezza, che allora è una forza straordinaria”.

E ancora a San Giovanni in Persiceto il 29 maggio 2022: “È una relazione senza tempo, senza mete, senza compromessi, senza giudizi. Ciò che vale non è la realtà esterna bella o brutta che sia. Ecco la grande, straordinaria potenza di libertà insita nel limite! (…)
Ciò che vale è che il mio compito è stare li. E io lo accetto per come è, dunque sto qui. Nella mia esperienza, è da qui che parte la libertà. Questo introduce l’altro al suo destino ed inoltre è l’unico modo perché possa anche lui infine accogliere la propria morte, il proprio limite come qualcosa che lo costituisce e lo definisce. Cosicché, proprio partendo dal suo limite accolto e accettato, sarà finalmente in grado di amarsi, dentro al silenzio denso della presenza.”