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Stare con l’altro guardando qualcosa di imprevedibile e diverso da noi

Sabato 11 novembre presso l’Oratorio dei. S S. Pietro e Paolo ai tre Ronchetti a Milano si è ritrovato il gruppo Adozione di Famiglie per l’Accoglienza.

Un salone stracolmo in cui famiglie condividono cibo e parole su tavoli ordinatamente apparecchiati e i cicaleggi di bambini si presenta ai nostri occhi. Poi un canto “L’incontro” (La canzone dell’adozione) imparato con accompagnamento alla chitarra del cantautore Luciano, che già racconta dell’esperienza in atto. Mentre i bimbi si accompagnano nel gioco, gli adulti mettono a tema la loro esperienza secondo il filo rosso che il titolo dell’incontro propone. ”Stare con l’altro guardando qualcosa di imprevedibile e diverso da noi. Raccontiamoci le esperienze che ci hanno mosso nella vita della nostra famiglia”.

Alcune giovani famiglie, con figli ancora piccoli, sottolineano alcuni aspetti che hanno osservato con sorpresa nei dialoghi dei bambini, che rivela già coscienza della storia adottiva, che viene posta con serenità anche nella loro classe della scuola infantile. Una famiglia ritraccia il lungo percorso di attesa (6 anni) che tra pochi giorni li porterà a partire per il Perù, dove li attende loro figlio. Una storia che dopo la prima domanda, una successiva pausa di riflessione, una seconda domanda ha attraversato momenti di stallo e di apertura alla prospettiva di affido. Questo lungo periodo è stato attraversato dal lock-down della pandemia e dal blocco dei rapporti internazionali. Ciò che ha retto è stato il rapporto tra marito e moglie, stimolato dalla diversità, e il sostegno di questa compagnia più grande di amici, di cui molti presenti alla serata.

Anche di fronte alle difficoltà della scelta della scuola dopo la terza media e la paura di affronto di questo da parte del figlio, oltre al costante dialogo con insegnanti ed educatori, ciò che permette di ritrovarsi più sereni è il sentirsi costantemente accolti e sostenuti da una compagnia più grande.

Due testimonianze hanno ripreso l’esperienza con figli più grandi. Qualcuno ha raccontato la sorpresa nel vedere nel proprio figlio un coinvolgimento più a fondo nell’esperienza di volontario al Meeting di Rimini nella cucina del bar Alcamo, oltre i giorni di soggiorno preventivati. Di un altro ragazzo è stata raccontata la presenza entusiasta e duratura per tutto il periodo della mostra dell’associazione a Milano. Esperienza che è stata evidenziata da diversi come bellezza di impegno e coinvolgimento per molti, oltre che come occasione missionaria. Ma anche la quotidianità lo è, come nel racconto della cena con una collega amica in cui, raccontando la propria esperienza di mamma adottiva, traspare un’attenzione al figlio con la sua unicità, capace di pazienza ed attesa, inserita in una più grande storia di compagnia in famiglia e tra famiglie.

Marina Seregni