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Solo l’amore costruisce!

Un bene per noi un bene per tutti dentro l’esperienza dell’accoglienza. È uno dei punti del lavoro dei responsabili dell’associazione in occasione del seminario annuale, che si è svolto dal 17 al 19 novembre a Pacengo di Lazise. Dal più piccolo gesto di ospitalità fino all’opera più impegnativa e visibile: l’arco disegnato da tutte le possibili declinazioni dell’accoglienza è racchiuso nella frase che ha dato il titolo al seminario: solo l’amore costruisce!

Trecento i partecipanti in presenza, ma molti altri in collegamento praticamente da tutto il mondo, dall’Australia al Brasile, dalla Spagna agli Stati Uniti.

Il seminario annuale è un momento di condivisione e di giudizio dell’esperienza, che prende spunto dalla traccia del Filo Rosso (il testo che accompagna l’anno sociale) e si svolge attraverso un confronto. Quest’anno si è svolto un dialogo con mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Conferenza dei Vescovi Italiani, con Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni familiari e con Annalisa Di Luca, psicologa e psicoterapeuta. Presente, con un lungo messaggio video, anche la ministra della Famiglia Eugenia Roccella.

A partire dalle testimonianze e dalle domande delle famiglie gli interventi sono entrati nel vivo della carne dell’esperienza: la sofferenza dei figli, la fatica anche nel rapporto tra coniugi, la consapevolezza dei propri limiti, l’esigenza di capire il compito che ci è affidato, le domande urgenti che vengono dal bisogno della società.

La nostra sofferenza non è una contraddizione, ma di fronte ad essa non ci sono teorie, né ricette, c’è un Salvatore. E l’incontro con Cristo suscita la carità che diventa disponibilità al dono di sé: il futuro allora non è più una minaccia, ma l’attesa di una promessa. Così mons. Baturi ha approfondito la riflessione, chiedendo di tenere desta l’attenzione: ciò che portiamo – ha detto – è ciò che gli uomini desiderano: essere amati, essere felici, E la gratuità che viviamo è il luogo in cui può compiersi questo, grazie all’incontro con la carità di Cristo.

La sfida di oggi è seria: come ha ricordato la ministra Roccella, la crisi della famiglia è la crisi della solidarietà tra generazioni, minacciata dal grande freddo demografico. Occorre allora ripartire proprio dall’accoglienza, che fa parte del DNA della famiglia stessa, tornare a valorizzazione la tensione al “per sempre” in risposta al desiderio vivo di compagnia e di relazione, costruire un cambiamento culturale per riportare la famiglia al centro.

Il dialogo con Adriano Bordignon ha approfondito a vari livelli gli spunti offerti dalla ministra: il calo delle nascite – ha sottolineato fra l’altro – è mancanza di speranza. Ma la speranza nasce da un incontro che ci cambia la vita. E qui è messo in luce un compito nella società. “Se la famiglia prende sul serio la sua natura, niente ci è estraneo…dobbiamo diventare protagonisti per testimonianza, stare in mezzo, portarci agli incroci, cercare chi è lontano”.

Al termine del seminario il presidente di Famiglie per l’Accoglienza Luca Sommacal ha rilanciato: “L’aiuto che ci diamo ad affrontare le difficoltà e le sfide dei nostri figli accolti e ancor di più, il sostegno a mantenere vive le ragioni dei nostri gesti di accoglienza rappresentano una certezza nel presente: non siamo soli. Tutto può essere affrontato. In forza di tale certezza possiamo dire che il Signore non ci lascerà, che continuerà ad accompagnarci con forme e modalità sempre nuove. Nel cammino di quest’anno aiutiamoci affinché tra noi si possa sempre vivere l’esperienza di essere voluti, amati e che le nostre realtà siano sempre più luoghi di libertà e di speranza”.