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Solo l’amore costruisce!

Nel ripensare al percorso che intendiamo seguire durante l’anno 2024 appena iniziato abbiamo voluto riguardare all’esperienza fatta durante il Seminario Nazionale tenutosi a Pacengo (VR) lo scorso novembre, ben rappresentata dal titolo “Solo l’amore costruisce!”. Riportiamo di seguito alcuni estratti delle testimonianze di quanto vissuto.

[…] Mi sono sentita accolta, ascoltata, compresa perché immediatamente in quei momenti o durante i pranzi si è andati al cuore della questione in poche parole raccontandosi la propria vita ed è stato come conoscersi da sempre! Cosa ho vissuto? E’ stato un essere rilanciata in ciò che ora, oggi mi è dato, con un’energia nuova, con una certezza nuova, con un giudizio e con una Compagnia sempre più radicata nel mio cuore. (Elena)

Cosa mi porto via da Pacengo: gli sguardi e gli abbracci delle persone presenti e l’esperienza che anche dentro una malattia che limita posso essere testimonianza per tante persone. La fragilità non è mai obiezione, ma diventa veramente testimonianza per sé stessi e per gli altri e nasce la voglia il desiderio di guardare i figli, il marito la famiglia con lo stesso amore, stupore con il quale sono guardata io. (Roberta)

[…] Risentire che l’altra persona è un mistero che non finiremo mai di scoprire mi ha fatto sobbalzare pensando ad alcune fatiche dell’ultimo periodo e alla mia posizione spesso impaziente e ferma al solo cambiamento di chi ho davanti. Infine, poter partecipare al seminario insieme a mio marito (grazie ad una coppia di amici della nostra Parrocchia che ha accudito i nostri ragazzi) mi ha riacceso la voglia di fare qualcosa solo con lui, di ritagliarci qualche spazio per noi, per poter guardarci e sostenerci nell’”arte dell’ospitalità” (come ci ha detto Jimmy dalla Sierra Leone) e nel cammino della vita. (Letizia)

Nel weekend a Pacengo mi ha colpito una sempre maggiore famigliarità tra di noi, un sempre maggiore desiderio di andare a fondo delle questioni, un sempre maggiore scoprirsi nei numerosi interventi e testimonianze anche nelle proprie fatiche e fragilità, certi che si mette la propria vita nelle mani di una presenza buona, che vuole la nostra felicità. […] Il tema dell’amore a sé stessi, del perdono di sé come punto di partenza per il perdono dell’altro è stato ripreso anche dalla dott.ssa di Luca di domenica. Ho sentito questi interventi molto rispondenti, in quanto sempre più capisco che a tema, nel confronto rispetto al cammino dei nostri figli ed al rapporto con mia moglie, c’è prima di tutto il cammino ed il cambiamento della mia persona. (Leonardo)

Tre giorni di grazia, un progressivo affondo a partire da una maggiore consapevolezza del valore dell’amicizia coniugale, della compagnia che la sorregge e a volte la soccorre. […] Siamo dentro una grande storia di misericordia e perdono, punto essenziale da cui ripartire ogni giorno nel mettersi in gioco con la vita, ricordarcelo è un grande aiuto. (Carlo)

La frase “Tu c he ne sai di me?” lanciata come provocazione da uno dei nostri sofferenti ragazzi all’adulto che aveva di fronte è diventata una sfida per me , sfida  che squarcia il preconcetto, il già saputo sull’altro, il pensiero di non avere più altro da scoprire … sia esso coniuge, figlio naturale o accolto, o  amico. Un lavoro che non avrà mai fine ma dentro una nuova provocazione che sarà tutta da approfondire, che è il perdono a sè, lo sguardo sull’altro nasce dallo sguardo su di me, di un perdono continuamente ricevuto. E, alla fin fine, la Grazia di questi giorni è un dato oggettivo di questo perdono. Quello che accade in una delle nostre famiglie, giudicato, diventa possibilità di scoperta per tutti, dentro una novità di costruzione testimoniata al mondo. (Elisa)

Quando sono stato invitato a partecipare al Seminario internazionale di famiglie per l’Accoglienza che si è svolto a Pacengo a cavallo tra il 17 e il 19 novembre, mi sono inizialmente sentito un po’ fuori posto: che ci farò lì, mi chiedevo, alla soglia dei 70 anni, con una figlia adottiva ultratrentenne, e con alle spalle 40 anni di matrimonio, più o meno felicemente trascorsi?  […] tutte le indicazioni scaturite dai vari dialoghi su situazioni concrete e spesso dolorose, se non addirittura drammatiche, vengono innervate dalla consapevolezza che non siamo soli ad affrontarle con le nostre povere forze, ma che c’è una compagnia che ci aiuta a camminare e che la nostra vita può diventare “una sillaba dell’amore di Dio” che ha come orizzonte il mondo. (Giuliano)

Scarica il pdf con le testimonianze in versione integrale Pacengo23.