
L’adozione è un bene
Lo scorso 29 gennaio il Consiglio federale svizzero, basandosi su un rapporto stilato da un gruppo di esperti dove si evidenziavano irregolarità nell’ambito delle adozioni internazionali, soprattutto nel periodo tra il 1970 ed il 1999, ha incaricato il Dipartimento di giustizia e polizia di elaborare, al più tardi entro la fine del 2026, un progetto di legge sul divieto delle adozioni internazionali da porre in consultazione. Dal rapporto degli esperti emerge che anche un diritto in materia di adozioni severo non può escludere il rischio di abusi. Il divieto è quindi il miglior modo per tutelare tutte le persone in particolare i bambini.
Reagendo a quanto sopra l’Associazione Famiglie per l’Accoglienza in Svizzera ha espresso pubblicamente il seguente giudizio.
Crescere in una famiglia è un diritto fondamentale, per ogni bambino. È per questo che, la scorsa settimana, abbiamo ascoltato con sgomento le parole pronunciate dal Consigliere federale Beat Jans in merito alla possibilità di vietare l’adozione internazionale.
Deploriamo fortemente le irregolarità e gli abusi che sono stati rilevati. Lo Stato e le diverse associazioni, questo è certo, si devono prodigare per impedirli. Ma siamo sicuri che siano altre vie per raggiungere lo scopo. Tutelare i diritti e i doveri di ciascuno è il compito di una civiltà matura: vietare le adozioni internazionali rappresenta una resa, non certo una scelta di civiltà.
Al di là dell’iter che questo progetto del Consiglio federale dovrà seguire, però, è nostro desiderio qui comunicare e testimoniare la certezza del bene che l’adozione è per tutti. Lo aveva detto chiaramente, in un incontro con le famiglie adottive del 2000, San Giovanni Paolo II. “Adottare un bambino è una grande opera di amore. Quando la si compie si dà molto. Ma si riceve anche molto. È un vero scambio di doni…“. Il Papa continuava poi affermando che “adottare dei bambini sentendoli e trattandoli come veri figli, significa riconoscere che il rapporto tra genitori e figli non si misura solo sui parametri genetici. L’amore che genera è innanzitutto dono di sé“. C’è, insomma, una “generazione” – concludeva Woytila – che avviene attraverso l’accoglienza, la premura, la dedizione. Il rapporto che ne scaturisce è così intimo e duraturo, da non essere per nulla inferiore a quello fondato sull’appartenenza biologica”.
L’esistenza di molti bambini senza famiglia rende l’adozione, sostenuta e tutelata giuridicamente, una via concreta per quell’amore paterno e materno di cui il bambino ha bisogno per il suo pieno sviluppo. Adottare è, in questo senso, un invito al coraggio e alla generosità per tutta la società. Ed è un bene, ne siamo certi. Anzitutto per il bambino che è accolto, poiché crescere in una famiglia è un suo diritto fondamentale. Poi per la famiglia che accoglie e per la società intera, poiché la famiglia che adotta è un esempio di amore gratuito e testimonia la possibilità di una accoglienza del diverso fondamentale per la costruzione del Bene comune.
Ecco perché, a nostro giudizio, è interesse di tutti difendere l’istituto dell’adozione e continuare a testimoniare la bellezza e la positività di quell’esperienza che un altro grande educatore, don Luigi Giussani, definì a suo tempo “l’inizio di una società più umana, perché fatta di persone appassionate al destino degli uomini”.