
Avere voi davanti è per me la fonte della speranza: un amico racconta la sua esperienza
Partendo da uno spunto del Filo Rosso, pubblichiamo l’intervento fatto da un amico durante l’ultimo incontro di mutuo aiuto.
“Tutti sperano. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene”. E quanto più drammatiche sono le circostanze, tanto più forte è il desiderio che quel bene si possa finalmente sperimentare.
Ogni gesto di accoglienza è un gesto nella speranza.
Questo ultimo periodo è stato un tempo di lotta. Lotta per sconfiggere il buio che mi avvolge per la ferita dell’infertilità. Infatti, la questione più dura d’affrontare non è la ferita dell’infertilità in sé, bensì il sospetto che in maniera subdola entra nel profondo del cuore, e lo abita. Il sospetto è che, in fondo, sia giusto così, che in fondo io, noi, meritiamo di avere questa ferita, che in fondo il Buon Dio che ci ha creati non voglia, in fondo, veramente donarci quello che il nostro cuore desidera, e che vediamo realizzato in tante persone intorno a noi; perché in fondo siamo di meno degli altri, che siamo diversi, che non meritiamo di avere questo dono, e che questa ferita è soltanto un sasso pesante da trascinare per cercare di vivere nonostante essa. È questo sospetto, che diventa sfiducia profonda, e che ogni giornata pinza il cuore e lo intrappola, mettendo davanti agli occhi un vetro satinato che offusca tutta la realtà. È questo che toglie il respiro e poco a poco rischia di schiacciare tutta la tua persona.
In questo contesto ho incontrato voi, che avete vissuto fino in fondo questo buio, avete percorso tutto questo cammino tortuoso, e l’avete vinto, ogni giorno lo vincete. Vi ritengo dei giganti. Ogni volta che entro in questa stanza, mi sembra di entrare in una sorta di Olimpo dove si radunano uomini e donne per cui è stato possibile ciò che sarebbe impossibile per quasi tutti, cioè vincere questo buio sconfinato.
Non solo è stato possibile, ma è addirittura fonte di un’amore infinito per i vostri figli, che ritenete il dono più grande che ci possa essere, che amate nonostante non generati fisicamente da voi, nonostante le loro ferite che originano conflitti continui, persino – estrema sfida dell’amore – nonostante la loro occasionale diffidenza a ritenervi loro genitori. Per questo trovo in voi una grande forza e tenacia, che io non mi trovo addosso. Una volta Marilena, citando San Paolo, diceva che noi tutti siamo figli adottivi di Dio. Questo implica che, stando qui e vedendo come guardate i vostri figli, uno esperimenta il modo più simile a come Dio guarda tutti noi.
In questi mesi, la possibilità di stare con voi, confrontarmi con voi, è diventata fondamentale. Non credo potrei più vivere senza. Pochi giorni fa Roberto mi ha detto che nel tempo scoprirò che questa sfida è una grande grazia. Non credo sia così, o almeno, non solo questa: la grande grazia e avere voi davanti. Questa è per me la fonte della speranza.