News

Imparare ad accogliere dentro un cammino fatto insieme

Domenica 12 ottobre, presso Villa Ambiveri a Seriate si è tenuto il primo incontro dell’intero gruppo adozione del nuovo anno sociale dell’Associazione di Bergamo con una merenda e a seguire le testimonianze di tre famiglie.

“Accogliere … ci distoglie da noi stessi e nello stesso tempo ci riempie, fa fiorire la vita…” Le parole del filo rosso prendono vita nei racconti di tre famiglie. Marina ne ripercorre alcuni passi.

Nicolò e Martina hanno appena ricevuto in adozione nazionale un maschietto di pochi mesi. Alle spalle il lungo doloroso travaglio che ha preceduto la decisione di adottare un figlio e tutto il tempo per riprendere il filo e trasformare l’originario desiderio di famiglia in un desiderio concreto e vivo. Incontrano gli amici di Famiglie per accoglienza e “…Siamo stati adottati noi per primi. Ciò che abbiamo ricavato da tutti questi incontri è stato di esserci sentiti accolti; di avere un momento, all’interno del nostro vissuto, da dedicare al parlare con gli altri e raccontare di noi. E’ la cosa più bella, quella che ti arricchisce di più, e ti domandi alla fine della giornata: quand’è la prossima volta che abbiamo l’occasione di sentirci pieni, accolti, di entrare in una stanza e sapere che, quando racconti, c’è un po’ della tua storia negli occhi di chi ti sta guardando?’

Gabriele e Valentina sono giunti all’adozione internazionale di due fratelli, oggi preadolescenti, dopo un’attesa estenuante. Poi, un Venerdì santo ricevono la telefonata dell’Ente, “…Quando ormai stavamo per rinunciare sono apparsi dal nulla questi due bambini”. Ci raccontano della fatica a reggere la sfida  “…perché loro ti mettono quotidianamente alla prova, anche adesso”, ma anche delle risorse che inaspettatamente scoprono di avere. “Non sapevo di avere tutta questa pazienza” – ammette la mamma – “Dovevo pregare per farlo alzare ed andare a scuola, a volte non riuscivo a farlo uscire da casa. Col tempo ho imparato: gli faccio delle coccole, trovo la fantasia di raccontargli una storia, gli infilo i calzini e gli sfilo il pigiama e, mentre lui mi racconta un sogno, lo accompagno in bagno o a fare colazione, nel frattempo lui è preparato e possiamo uscire”. Sorprende questa loro capacità di andare incontro ai figli con semplicità, mettendo da parte se stessi. Ma sono dovuti passare per un “no” a un precedente infelice abbinamento, proposto loro all’esito di un iter burocratico poco trasparente ‘”Non ce la siamo sentita, non eravamo in grado di affrontare quella situazione gravissima… è stata un’esperienza dolorosa. Grazie a Famiglie per l’Accoglienza e al nostro Ente abbiamo capito che era il momento di dire no; se avessimo accettato, non avremmo fatto il bene del bambino, né il nostro come coppia”.

Francesco e Roberta si erano aperti ad un’esperienza di volontariato “Non pensavamo minimamente all’adozione e in comunità ci hanno fatto conoscere quelli che poi sono diventati nostri figli. Noi la leggiamo come una chiamata”. Gli amici di Famiglie per l’Accoglienza li invitano al minicorso e loro continuano a frequentare i gruppi. Fin dall’inizio non è affatto semplice: “Ricordate una domenica, sono venuta ad un pranzo ed ero disperata, ci siamo seduti al tavolo, ognuno ha detto qualcosa, pensavo fosse una situazione irrimediabile e invece, piano piano, stando accanto, si segue la vita così com’è, ubbidisci un po’ alla realtà. Gli incontri che facciamo ti permettono di raccontare la tua vita, di ascoltare quella degli altri e trovare un’amicizia non quotidiana, ma forte che ti tiene in piedi e ti concede la speranza”. Aggiunge il papà: ‘Stamattina il Vangelo parlava dei dieci lebbrosi, dei quali solo uno è tornato indietro per ringraziare. Tornare indietro mi ha fatto venire in mente tante cose accadute a noi nell’Associazione. Abbiamo passato momenti bellissimi e sofferenze, ma il luogo in cui tu torni indietro, cioè torni sulla tua esperienza per capire dove il Signore ti ha aiutato, dove dovevi stare, dove potevi rimediare, come se fosse lo specchio, questo per noi è stata l’Associazione…Torni a casa con un altro sguardo verso tuo figlio”.

Ascoltare la loro testimonianza mi aiuta a tornare all’origine della scelta adottiva e a riconsiderare, con maggiore benevolenza e realismo, certi inciampi, che altrimenti sarebbero intollerabili. Ma questo, come ha detto Francesco “non riusciamo a capirlo da soli”.

Marina