News

Giornata di convivenza: “Non lasciatevi rubare la speranza”

Incontro con Angela e Enrico Craighero. La testimonianza di Giusi

E’ forse la cosa più desiderabile e desiderata che non ci venga rubata la speranza. Speranza non solo nel domani ma innanzitutto nel presente, nell’istante. L’incontro con Angela ed Enrico Craighero per me è stato un regalo prezioso rispetto ad una possibilità di vita lieta non perché sgombra da dolori e fatiche, ma perché interamente tesa a domandare il significato di tutto, saldamente ancorata ad una speranza certa.

3 CONVIVENZA BG 15 La loro vita è stata significativamente provata dalla nascita, trentaquattro anni fa, di due gemelli, gravemente disabili che hanno richiesto da subito un accudimento totale che continua ancora oggi. Nei primi anni Enrico ha avvertito maggiormente la ferita per la sua speranza di paternità in qualche modo disattesa dalla dura realtà con cui lui e Angela dovevano fare i conti.

1 CONVIVENZA BG 15 Un giorno, però, mentre imboccavano i figli come al solito, lui si è scoperto affascinato e commosso dal modo con cui sua moglie guardava i due bambini e ha intuito che in quello sguardo di accoglienza gratuita e assoluta c’era il nuovo inizio per lui. Naturalmente quell’intuizione non ha tolto nulla alla sua fatica personale ma, come ci hanno testimoniato entrambi, ha tenuto viva la domanda nel tempo e gli ha permesso di cogliere i tanti segni che sono stati una risposta anche alle loro legittime domande, come ad esempio “chi si occuperà dei nostri figli quando non ci saremo più?”.

Angela ha raccontato di un incontro avvenuto con una famiglia che aveva accolto in adozione un bambino affetto da una grave disabilità e che aveva le stesse esigenze di cura dei suoi figli. In quella testimonianza non cercata ma donata, Angela ha capito ciò che un caro amico sacerdote le aveva provocatoriamente detto tempo prima: “quando non ci sarai più, Dio troverà una mamma migliore di te per loro”.

Il miracolo della vocazione all’accoglienza che rende possibile ad una coppia di amare senza riserve un figlio non biologico e segnato anche da gravi handicap è l’incarnazione della promessa di Dio “anche se ci fosse una donna che si dimenticasse del suo bambino, io non ti dimenticherò mai”.

5 CONVIVENZA BG 15 Infine, Enrico ha anche sottolineato come il cammino di ciascuno può essere lieto solo in forza di un sì personale liberamente detto ogni giorno; tuttavia, questo sì è sostenuto da amici veri che non cercano di consolarci attutendo la domanda di significato che sentiamo dentro ma anzi la spalancano invitandoci a verificare se il Signore sia l’unico che può riempirci il cuore e dare riposo al nostro dolore. Quest’ultima affermazione è stata accompagnata dall’esempio commovente della terza figlia di Angela ed Enrico che poco tempo fa è stata toccata da una grande prova e che ha trovato nella parole dell’amico don Carròn non la pacca sulla spalla ma la riscoperta che un’umanità ferita è la via privilegiata per l’incontro con il Signore.

7 CONVIVENZA BG 15 Durante tutto l’incontro, io ho sentito risuonare tutto il mio infinito desiderio di una risposta alla nostalgia e alla profonda mancanza che a volte mi assale dopo la morte di mio padre e che niente può colmare. Le lacrime che sono uscite copiose dai miei occhi sono state anche lacrime di gioia perché il Signore è veramente risorto e, attraverso le parole di questi testimoni che sembravano essere rivolte proprio a me, mi ha fatto sentire la Sua presenza come un padre tenero, che custodisce la mia famiglia e tutti quelli che abbiamo amato e che non sono più con noi.

Mi è stata ridonata la speranza, insieme alla consapevolezza di avere un’umanità profonda e libera di non nascondere la propria debolezza perché più grande è la domanda più grande sarà la risposta. E questo nella mia vita è già accaduto.

Giusi

 

6 CONVIVENZA BG 15 4 CONVIVENZA BG 15