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Accoglienza ragazzi ucraini, incontro di famiglie con padre Braschi

Il 25 gennaio, a Varese, si è svolto un incontro tra alcuni responsabili di Famiglie per Accoglienza, padre Francesco Braschi, padre Aleksandr Mazyrin, alcuni ragazzi ucraini che presentano la mostra “La luce splende nelle tenebre”, che documenta le testimonianze della chiesa ortodossa russa negli anni del regime sovietico, e le famiglie che quest’estate ospiteranno bambini ucraini attraverso il progetto “I figli della speranza”.

La serata si è svolta in un clima semplice, ma significativo. Padre Braschi, direttore della Classe di Slavistica dell’Accademia Ambrosiana e referente di Russia Cristiana, e padre Mazyrin, sacerdote della chiesa ortodossa di Mosca e professore all’Università San Tichon, hanno ringraziato per la disponibilità e l’attenzione alla realtà della chiesa russa, così difficile e sofferente. Padre Aleksandr concludeva: “L’esperienza del martirio contribuisce ad unire i cristiani delle varie confessioni. Questo si vede anche da come siamo stati accolti, insieme ai ragazzi, dalle famiglie che ci hanno ospitato: di ciò siamo molto grati”.

IMG_0192_01Poi la parola è passata ai ragazzi, sei universitari provenienti da diverse zone dell’Ucraina. Per loro essersi preparati e presentare questa mostra è stata l’occasione per conoscere il passato e la storia, che ignoravano, del loro paese. Maria diceva: “Vedere la grandezza e la testimonianza di queste persone che hanno affrontato il martirio, ha provocato in me il desiderio di approfondire la mia identità cristiana e di iniziare un cammino più preciso”.

Sono intervenute anche le famiglie che ospiteranno i bambini ucraini, che si sono sentite interpellate e interrogate sulla bellezza di questo gesto. Alcune ne hanno parlato con i figli, ricevendo la disponibilità ad accogliere, altre si sono chieste che tipo di atteggiamento avere con questi ragazzini. Padre Braschi ha risposto che la caratteristica deve essere la familiarità e la quotidianità e che quest’accoglienza può essere un’occasione per migliorare, all’interno della famiglia ospitante, i rapporti tra genitori e figli.

Barbara ha raccontato: “Noi abbiamo conosciuto un prete ortodosso e a motivo della sua amicizia e testimonianza ci è sembrato naturale aderire questa iniziativa. Oltre a ciò, questo prete si è reso disponibile ad accogliere e a dare una mano per la lingua”.

Infine padre Braschi sottolineava che già l’anno scorso l’esperienza aveva avuto dei ritorni interessanti, in particolare perché si è creato un rapporto di amicizia, che continua ancora, con la comunità ortodossa di Milano. Questo dimostra che l’accoglienza diventa possibilità di costruire rapporti nuovi nella realtà, anche ecclesiale, e di dare una speranza di vita alle famiglie ucraine che hanno visto ritornare i figli contenti dalla vacanza in Italia. La serata è terminata con una preghiera ecumenica e un vivo ringraziamento da parte dei sacerdoti e dei ragazzi.