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“Figli della speranza”: sono arrivati. Che spettacolo!

Lo scorso 27 giugno è finalmente arrivato il primo gruppo di 20 “Figli della Speranza”, che le loro famiglie profughe a causa della guerra in Ucraina hanno voluto consegnare alle nostre famiglie di Milano, Bergamo e Varese per un’accoglienza estiva.
Qui il servizio del TGR Lombardia e, di seguito, un breve resoconto.

Dopo una prima conoscenza già avvenuta via Skype da parte delle rispettive famiglie, ucraine e italiane (vedi qui articolo dedicato), era trepidante l’attesa di lunedì in aeroporto per il primo incontro, mentre ancora le accompagnatrici Federica, Katia e Anna attendevano con i piccoli alla consegna dei documenti di permanenza in Italia. All’uscita dei ragazzi l’emozione è stata grande, sopratutto per quei bambini che tornavano già una seconda volta dalle loro famiglie italiane.

Nel primo giorno in Italia non sono mancati  momenti di nostalgia e di sofferenza da parte degli ucraini, alcuni ancora piccoli (da 8 anni in su), altri già adolescenti, ma il lavoro di preparazione svolto in Italia con le famiglie e in Ucraina con i ragazzi ha consentito un rasserenamento. Molto utile è stato anche il rapporto avviato via skype tra le famiglie italiane e ucraine e il lavoro costante delle volontarie accompagnatrici che hanno potuto rassicurare i più timorosi nella loro stessa lingua. Un secondo gruppo di 28 bambini e ragazzi si aggiungerà il prossimo 28 luglio, fino alla fine di agosto.

Mercoledì 29 giugno tutte le famiglie, comprese quelle ancora in attesa del secondo gruppo di arrivi, si sono poi ritrovate ospiti del cortile della parrocchia milanese di Dergano per una festa di accoglienza. Si è condiviso il pranzo, ci si è conosciuti meglio e i bambini hanno potuto vivere un momento festoso insieme, con giochi e canti in italiano e in ucraino. All’indomani, una “mamma della speranza” ha scritto a una responsabile del progetto: “Gabriella, innanzitutto volevo ringraziarvi di cuore per ieri sera. È stata una serata che mi ha fatto proprio ripartire. Ho imparato che non posso stare sola, perché se no la fatica prende sopravvento. La bambina ci sfida molto su tutto. So che sono solo i primi giorni e lei è piccolissima, ma è proprio tosta. Capisco che questa è una possibilità per convertirmi, ma è inevitabile vedermi con i miei amici, perché da sola proprio non riuscirei!”.

Alla festa hanno partecipato anche numerose persone amiche delle parrocchie ortodosse di Milano e di Varese con i loro parroci, padre Amvrosij e padre Vladimir. Anche questo gesto ha consentito alle famiglie di prendere coscienza con più chiarezza del valore universale del gesto di accogliere i figli di famiglie profughe. Si tratta innanzitutto di un sostegno a distanza a queste famiglie, ma dentro a questo passa anche un servizio a favore di una possibile unità tra gli ucraini, e dell’amicizia tra fedeli delle Chiese ortodosse e fedeli della Chiesa cattolica.

In tal modo, il nome “Figli della speranza” che i nostri amici ucraini di Kharkov e di Kiev hanno voluto dare a questo nostro progetto assume con sempre maggiore evidenza il caratteri di un ideale che agisce nella concretezza quotidiana dell’accoglienza famigliare. Uno spettacolo da contemplare.

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L’accoglienza dei ragazzi

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Si consultano le carte

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Momenti dell’intervista

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Intervista di RAI Regione

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Le tre colonne del gruppo

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L’accoglienza gioiosa

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Il primo incontro

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Arrivano! Con Federica

 

 

 

 

 

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La gioia di ritrovarsi

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Grande commozione

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“Sorelline” di accoglienza

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La gioia di ritrovarsi

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E ora a casa!

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Benvenuti! In due lingue

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… e le foto di gruppo

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I doni…

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spiega il fine del progetto

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Katerina, referente a Kiev

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e traduttrice da Kharkov

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Anna, volontaria…

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un’amicizia tra cristiani

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La comunità ortodossa

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Padre Amvrosij Makar

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Momenti della festa

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Prove di traduzione…

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…e tra piccoli

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Un’amicizia tra grandi…

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Momenti della festa

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… e partecipato

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…un  dialogo intenso

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Katerina parla ai bambini

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E la sera si canta

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e infine tutti a nanna…

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… e canti ucraini…

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… canti italiani…

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Si canta insieme…