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Nell’incontro offriamo noi stessi

Martedì 15 agosto le famiglie di Bergamo e Brescia che questa estate hanno ospitato bambini e ragazzi ucraini (progetto “I figli della speranza”) si sono ritrovate a casa di Tina e Adriano a Grone per un pranzo. Mentre i più piccoli trascorrevano il pomeriggio giocando insieme, gli adulti si sono raccontati la bellezza e le fatiche di questa accoglienza.

Alcuni tra noi hanno vissuto questa esperienza per la seconda o terza volta, per altri invece è stata la prima volta. Per qualcuno questa ospitalità è nata semplicemente guardando ai propri amici che già avevano abbracciato questa iniziativa riconoscendola come un bene per loro.

I bambini che ritornano nella stessa famiglia, pur vivendo qualche difficoltà, mostrano un attaccamento che sembra crescere col tempo. In altre situazioni emergono tuttavia le fatiche di un rapporto, al di là di difficoltà comunicative legate alla lingua.

Questi bambini paiono molto legati alle cose e faticano nella costruzione di un rapporto; ci si chiede cosa si aspettano loro da questa vacanza ma la risposta è in ciò che siamo, non in qualcosa di diverso o in un valore materiale. Noi offriamo noi stessi e la nostra vita familiare, offriamo  a questi bambini un incontro che possa aiutarli a cogliere ciò che per noi è buono, vero e bello.

Noi non siamo legati all’esito ma siamo uniti dall’esperienza di comunione e di fiducia reciproca. Perché l’esito non è nelle nostre mani. Anche quando ci sentiamo inadeguati o non corrisposti ci sentiamo nuovamente provocati e rimessi in gioco. Di fronte alla fatica dobbiamo ritornare alle ragioni dell’accoglienza che non sono scontate e mai date una volta per sempre. Questa esperienza ci ha comunicato una letizia e una bellezza grande che neanche la fatica può schiacciare.

“Che cosa vuoi Signore da me attraverso questa circostanza?”: questa è la domanda che continuamente ci interpella e ci ricorda che lo stare davanti alla diversità aiuta ad affermare che la verità non è mai dentro di noi bensì fuori. Uscendo dai confini dell’io scopriamo che la vita è relazione e porta verso quella più importante con Dio. Questa è la strada che abbiamo scelto di percorrere.

Nicola