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Giornata in Compagnia a Roma

Il racconto di famiglie (nuove e non) grate per un’amicizia che aiuta a vivere con consapevolezza

“Noi non siamo più bravi degli altri, anzi magari siamo addirittura più fragili. Facciamo tutti fatica, tanta fatica coi nostri figli. Ma quello che rende possibile un gesto di accoglienza come il nostro è scoprire che anche la nostra vita è un dono, noi per primi siamo stati abbracciati da un Amore così grande, da lasciarci pieni di gratitudine”.

Questa la testimonianza di Roberto Nuti, responsabile di Famiglie per l’Accoglienza di Roma e del Lazio, alla fine della messa nella chiesa di santa Nicola di Bari ad Ostia, che ha aperto la giornata di convivenza dello scorso 8 aprile.

Erano presenti una quindicina di famiglie, tra cui tre per la prima volta. Numerosi anche i bambini che hanno potuto giocare negli spazi della parrocchia, che ha ospitato l’associazione.

Nel pomeriggio, ci sono stati gli interventi a partire dall’esperienza fatta da alcune coppie alla recente assemblea nazionale di Milano.

“Mi ha colpito molto come Bernhard Scholz, il presidente della Compagnia delle Opere, abbia sottolineato che mentre si continua a parlare del Bene comune, in realtà già noi, con la nostra realtà di famiglie, rappresentiamo un Bene per il nostro Paese”, ha esordito Loredana. “Ho riflettuto molto sul senso del dolore quando magari non tutto torna come vorrei io”, dice ancora Maria Cristina, “ma poi mi sono detta che è una condizione naturale della vita, non lo puoi eliminare e anche questo è Grazia perché ti costringe ad andare in profondità”.

“Quando sono con voi mi commuovo sempre – aggiunge Bettino – perché è come se ritornassi all’origine della mia scelta di accogliere un figlio già nato, oltre a quello che avevo già. Ed è per me la possibilità ogni volta di risvegliare il mio cuore”. Una commozione che ha toccato anche alcune famiglie nuove: “Abbiamo visto e ascoltato storie, persone vere, ritorniamo a casa felici e sollevati”. E ancora: “Che bel respiro oggi, che bel respiro che c’è qui”.

“È proprio così – conclude Roberto -. Spesso la fatica che facciamo è l’occasione per liberarci da tutte le sovrastrutture e costringerci a guardare all’essenziale”.

Ostia (RM) 08 Aprile 2018