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Collegati o in presenza?

Da un messaggio sulla chat … una grazia inaspettata: il racconto di Giancarlo

Mi arriva questo messaggio da Torino in una chat: “Ho visto questo avviso del gruppo adozione di Milano sul sito di Famiglie per l’Accoglienza, io mi sono iscritta, che pensi vogliamo estenderlo a qualche famiglia dell’Associazione?” Leggo anch’io l’avviso, chiamo un’amica di Milano facendomi spiegare la modalità dell’incontro e chiedo se posso invitare qualche amico in quanto il titolo era molto intrigante: “L’attesa e la speranza, il tempo infinito dell’accoglienza”. Alla risposta affermativa giro l’avviso a qualche famiglia in Abruzzo.

Partecipo all’incontro, gustando fino in fondo la ricchezza e la profondità degli interventi, grato a questa storia che sistematicamente riesce a porre davanti ai miei occhi pezzi di realtà che accompagnano ed educano il mio cammino e ripenso alle parole di Azurmendi nel suo libro L’abbraccio- Verso una cultura dell’incontro : “Tutto risulta un distillato di esperienze personali. Tutto viene espresso in prima persona, dal vivo, tutto in uno squarcio, come se lo vedessi con i tuoi occhi. Come se fossi tu a viverlo”.

Subito dopo la chiusura del collegamento mi arriva un messaggio di un’amica che aveva ricevuto l’invito: “L’incontro di questa sera è stato il veicolo per l’abbraccio di Cristo per me, che da tempo cerco e di cui ho un disperato bisogno (… ). Il problema della mia vita non è diventare madre, ma riscoprirmi una figlia amata, solo se so di essere generata io posso generare. (…). Questa sera ho visto persone come me con le loro paure, la loro ricerca, il loro chiedere aiuto, imperfette come me. Quanto è importante arrivare ad una consapevolezza così, perché vuol dire che sono nel posto giusto, che Dio è presente ed è ancora disponibile ad amarmi”. Un fulmine. Una grazia inaspettata, imprevista e imprevedibile. Tutto da un messaggio sulla chat e da un collegamento, la nuova forma d’incontro che la realtà del Covid ci impone.

“Ci troviamo in mezzo al guado di una situazione di cui ancora non possiamo prevedere la durata” veniva ricordato da Julian Carròn nell’intervento alla giornata d’inizio d’anno di Comunione e Liberazione, e quindi l’obbedienza alla realtà ci chiede di riuscire a non perdere da “collegati” la ricchezza dei nostri momenti d’incontro, adoperandoci nel trovare anche la forma giusta dei nostri collegamenti e sfruttando la possibilità di eliminare quelle distanze chilometriche che tante volte impediscono un lavoro comune e limitano il confronto. Nel Filo Rosso, che vuole essere la traccia di lavoro dell’Associazione per quest’anno, troviamo: “ L’audacia implica anche un impeto energico, un impeto che ti sostiene nel cammino. (…) Vogliamo aiutarci a non perdere la pienezza di vita che abbiamo sperimentato rischiando una presenza nel mondo, aperti a incontrare chi, come noi, abbia ancora il coraggio di stupirsi e, per questo, il desiderio di costruire”.

Il Pellegrinaggio, che ogni anno l’Associazione ha proposto e svolto nelle varie realtà locali come gesto iniziale della vita associativa, quest’anno proposto e realizzato come gesto unitario di preghiera trasmesso da TV2000, con l’adesione del Forum delle Associazioni Familiari e l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della famiglia della CEI, ha confermato pienamente che la bellezza e la verità di un gesto può non subire limitazioni dal collegamento e nello stesso tempo riesce ad allargarsi fino a toccare confini non prevedibili.