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L’amore salvifico

Gruppo affido in Abruzzo: il racconto di Errico.

Forse per la complicità della bella giornata, forse perché in zona c’era il Giro d’Italia o forse per altro, ma ieri all’ultimo incontro del gruppo affido non eravamo in molti.
Ed è inevitabile che un po’ di sconforto ti prenda, tra l’altro intuibile nello sguardo di qualcun altro.
Anche perché sai che non sei più un ragazzo, che il tempo passa e che sei sempre più lontano dal fare certe esperienze, e forse perché… in fondo in fondo, c’è un po’ di pretesa nelle cose che fai.
Ma partecipi e vai avanti, continui a lavorare nell’associazione come puoi, a volte anche con un po’ di stanchezza.
Poi l’incontro inizia.
C’è l’introduzione, la prima testimonianza, poi un’altra ed un’altra ancora e le cose cominciano a prendere un aspetto diverso, cominciano a prendere un volto diverso.
E, comincio a richiedermi cosa veramente ci sia dietro quei volti che conosco bene, dietro quelle storie così cariche di amore e di fatica.
Ma ad un tratto mi balza una cosa in mente: “sono miracoli!”
Io un miracolo non l’ho mai visto, nel senso non ho mai visto uno storpio camminare o un cieco a cui torna la vista, ma ho sentito delle storie, quelle storie.
Storie di gente semplice, ma con un grande cuore, che accolgono in casa una ragazzina con importanti problemi psicologici.
Ora quella ragazzina è cresciuta, e si trova quì.
E’ diventata una bella ragazza, sta collaborando al servizio di baby-sitting per i bambini più piccoli, i cui genitori partecipano ai nostri incontri.
E si, anche questo è un miracolo!
Mi è tornata alla mente una citazione di San Paolo che ripetiamo spesso, quando insieme a mia moglie, partecipiamo agli incontri di avvicinamento al matrimonio per le giovani coppie:
“Mediante il matrimonio come Sacramento, gli sposi partecipano all’amore salvifico di Cristo…(Ef 5,25-26).
E’ mi è scattato subito una intuizione ed un giudizio: “questo è il vero volto.”
Un volto che è sotto i nostri occhi ogni giorno, che vediamo ma non guardiamo.
Questo è il volto che ci appare o meglio che ci traspare, a cui per grazia partecipiamo, ed a cui per fede voglio restare.

Errico