Puoi fare tutti gli errori del mondo e poi tornare
Venerdì 3 ottobre 2025 si è tenuto nella sede dell’Associazione di Bergamo l’incontro dal titolo “Accoglienza: un abbraccio fedele nel tempo”.
Abbiamo desiderato iniziare il nuovo anno sociale di Famiglie per l’Accoglienza Bergamo lasciandoci colpire da una storia intessuta di gratuità e di bene.
Cosa può fiorire in una famiglia che accoglie un ragazzino in affido?
Abbiamo chiesto a Gigi e Chiara, i suoi due fratelli, ormai adulti, di farcene dono condividendo un’apericena e consegnando poi alle nostre famiglie la trama della loro storia intrecciata con questo fratello così diverso, eppure totalmente fratello da subito.
Qui sotto la restituzione della nostra amica Claudia.
Mi ha colpito tantissimo, in questa testimonianza, come un bene ‘autentico’ verso una persona, diventi subito un fatto definitivo, un bene per l’eternità.
Chiara, ad esempio, quando il giudice aveva chiesto alla loro famiglia se fossero disposti a riaccogli
ere in casa il fratello in affido, un po’ ribelle alle regole, dopo qualche sua fuga alla ricerca della mamma biologica, non aveva esitato un secondo ad affermare che quella domanda per lei ‘non si poneva proprio’. Lui era un fratello ‘amato interamente fin dal primo momento’, semplicemente, per sempre, con un’accoglienza che comprendeva davvero tutto: fughe, ribellioni, diversità. Neanche le stranezze o il carcere potevano scalfire questo bene vero, cosciente e senza limiti: un bene che si fa luogo cui poter sempre ritornare, punto fermo di ripartenza per la vita intera, legame indissolubile, come si è verificato, dopo tante scelte anche difficili e tortuose.
Mentre Chiara e Gigi raccontavano, mi sembrava di ascoltare due genitori piuttosto che due fratelli. Sentivo in loro il crescere amoroso, nel tempo, di una responsabilità ‘materna e paterna’ che abbraccia errori, fallimenti, traversie di un fratello/figlio, con uno sguardo senza schemi e preconcetti, a imitazione di quello di Nostro Signore. Attraverso di loro mi si rifaceva chiaro quanto Dio possa operare in ciascuno di noi, se guardiamo con libertà e stupore quello che ci circonda e che ci viene testimoniato e che può introdurci in un cammino di bene a volte attraverso una sola parola buona che ascoltiamo, un piccolo gesto o l’incontro con una persona che incomincino a scalfirci dall’interno. Mi riferisco, in particolare, alla nonna di Gigi e Chiara, così lontana da ogni moralismo, così vicina nei sentimenti a Gesù, che quando si era accorta che le rubava dei soldi dalla pensione, invece di rimproverarlo aveva concordato con lui una‘ paghetta stabile’. Non si trattava certo di non riconoscere lo sbaglio di un gesto, ma era stata l’occasione per offrire in dono una risposta più grande, rispettosa di un bisogno riconosciuto nell’altro prima di badare al torto fatto a sé, un gesto di misericordia che ti segna e ti cambia. Per me è stato veramente un forte richiamo alla coscienza che possiamo già oggi, qui, nel nostro mondo misero e sofferente, piccolo o grande che sia, tentare di vivere su cose e persone quella coincidenza in Cristo di ‘giudizio e misericordia’, come Lui ci insegna nel suo Vangelo.
Questa testimonianza mi ha fatto ripensare con gratitudine immensa a quanto sia affascinante il cristianesimo e a quanto sia grande la grazia di appartenergli che è stata fatta anche alla mia vita.