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Altro da noi, altro dai genitori, altro da tutti.

Il Direttivo regionale come luogo di amicizia e condivisione. Di seguito la testimonianza in video-chat di Gabriella.

Circa un mese fa, visto il drammatico momento che stavamo vivendo a causa del coronavirus, io e mio marito pur lavorando nel settore alimentare, abbiamo deciso di restare a casa e di chiudere momentaneamente la nostra attività. L’abbiamo fatto per un senso di responsabilità personale e familiare, anche perché stando a stretto contatto con il pubblico, i rischi erano molto elevati. Questa scelta è stata per me molto dolorosa, perché ho dovuto rinunciare in un momento di particolare bisogno, a rimanere a disposizione dei miei clienti ed amici, che mi stimano e mi scelgono ogni giorno.

Tra le altre cose mi era inoltre apparso evidente che la nostra seconda figlia, dovendo rimanere da sola tutto il giorno per tutto questo tempo, non avrebbe retto. Anche se lei è grande, ha 22 anni, è sempre stata un pò fragile ed ansiosa. La nostra presenza in casa, ha infatti alleggerito il suo peso, ed è stato bello riguardarci, avere il tempo di preparare insieme cose buone fatte in casa, fare qualche gioco o vedere un film, insomma condividere di più le giornate. Vedere il suo viso rilassato, vederla sorridere, vederla capace di affrontare questa situazione in maniera più adulta è stata per me una grande gioia.

Da due settimane, si è aggiunta in casa la nostra nipotina di quasi 4 anni, arrivata per alleggerire le fatiche della nostra prima figlia, che sta ancora studiando per laurearsi. Per la prima volta, con la mia nipotina, ho avuto il tempo giusto per godermela, per guardarla in un altro modo, più profondo. Abbiamo fatto disegni, preparato dolci, imparato la poesia di Pasqua, cosa mai fatta con le mie figlie perché avevo sempre poco tempo. Le sue domande riguardanti la sua nascita, il mio raccontargli le poche cose essenziali che lei potesse capire, mi hanno costretto a fare i conti con lei e con me stessa.

Questo tempo di isolamento, è stato davvero prezioso. Questa esperienza mi ha suscitato delle domande profonde, su come avessi preso non proprio con entusiasmo la notizia del suo arrivo 4 anni fa. Mi è balzata al cuore l’evidenza della mia pochezza rispetto ai progetti di Dio. Lui sapeva che l’ultima cosa che non avrei desiderato era un marmocchietto in mezzo ai piedi, visto che avevo già una situazione personale pesante.

Ma poi i Suoi progetti non sono i nostri come pure i tempi, di conseguenza la mia prima figlia a 21 anni è diventata mamma, ed io nonna. Il mio cuore si è capovolto di fronte alla costatazione della mia chiusura quasi minacciosa, che sicuramente mi avrebbe soffocata, se non fossi riuscita a dire il mio sì. Vedere oggi la mia nipotina mi riempie il cuore per come è, per come si pone di fronte alla realtà, sempre con un sorriso che ti contagia, nonostante non abbia anche lei una vita facile. Altro da noi, altro dai genitori, altro da tutti. La sera si addormenta recitando a go go tutte le preghiere che già sa. Tutto questo mi commuove.

Gabriella